Archivio per la categoria ‘USA’

Deep South & Route 66. Il Bayou

Pubblicato: ottobre 20, 2019 in USA

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Tratto Bayou
Data 23 Agosto 2019
Hotel The Whitney Hotel
Km Percorsi 185,9

 


New Orleans mi ha piacevolmente stupito, ed entra di diritto, nonostante il caldo e l’umidità, tra le mie, poche, città americane preferite.

Ma anche quello che da New Orleans si può raggiungere la rende una tappa davvero importante per questa parte degli USA.

Oltre alle numerose, splendide ed amare piantagioni, c’è il Bayou, l’insieme di paludi che si trovano intorno alla città.

Prima di raggiungerle ho trascorso un po’ di tempo nel cimitero Lafayette a New Orleans.

E’ diviso in zone ed è stato utilizzato come location per diversi film tra cui anche “Intervista col vampiro”.

Si trova nel Garden District e prende il nome dalla città di Lafayette in seguito divenuta parte di New Orleans.

E’ inserito nel registro nazionale dei luoghi storici ed è una delle tappe più frequentate.

Passeggiare all’interno del cimitero trasmetteva una sensazione sinistra, favorita dalle nuvole basse cariche di pioggia e dai tuoni che si sentivano in lontananza.

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Le paludi.

Organizzare una visita da New Orleans è piuttosto costoso, intorno ai 60/70 dollari a persona, perché va calcolato anche il viaggio, ma se ci si arriva da soli in macchina, a circa un’oretta dalla città, il costo si abbatte notevolmente.

Ho pagato 20 dollari per un giro di un paio d’ore.

Il giro è stato splendido, istruttivo grazie alla guida molto precisa nel descriverci quell’ambiente che lui conosceva fin da bambino.

Non ci sono solo gli alligatori a popolare quelle acque, ma un’infinita varietà di animali.

Certo loro, gli alligatori, sono l’attrazione principale, molti li vedi aggirarsi intorno alla barca in cerca di cibo, altri sono fermi, nascosti in attesa che la preda si avvicini.

Tra gli abitanti più pericolosi del Bayou un ruolo importante è rivestito dai ragni.

Non sono mortali ma se mordono “vorresti morire per il dolore”, come ci ha raccontato la guida, morsa in gioventù da un ragno del Bayou (portava ancora la cicatrice sul naso).

Non è difficile, alzando gli occhi, scorgere ragnatele e vederli appesi.

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La vegetazione poi è splendidamente selvaggia, passarci in mezzo con la barca è emozionante.

La compagnia con la quale abbiamo fatto il giro è stata la Pearl River eco-tours (55050 highway 90, Slidell), e mi sento di consigliarla per la preparazione e la cordialità della guida.

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È stato un giro davvero emozionante, intenso ed istruttivo dopo il quale ho proseguito a scattare foto nei dintorni delle paludi, immortalando molte delle inusuali case sollevate dal terreno come delle grandi ed eleganti palafitte.

Mi raccontavano che questa loro insolita conformazione è dovuta ai violenti uragani che spesso colpiscono la zona.

Il devastante Katrina ebbe proprio origine li, nel Bayou.

La sera, l’ultima in città, non poteva non chiudersi tra la folla del French Quarter.

New Orleans mi resterà nel cuore.



Le “dirette” video

Il Bayou

Deep South & Route 66. Whitney Plantation

Pubblicato: ottobre 19, 2019 in USA

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Tratto Whitney Plantation
Data 22 Agosto 2019
Hotel The Whitney Hotel
Km Percorsi 167,5

 

La Whitney Plantation è l’altra faccia delle piantagioni, la narrazione di quegli anni dal punto di vista degli schiavi.

È amaro constatare, ancora una volta, dove può spingersi la crudeltà dell’uomo, fino a negare ogni diritto ad un suo simile, al punto da non considerarlo neanche un essere umano.

L’ora e mezza alla Whitney Plantation è fuggita via in un attimo.

Non c’era lo sfarzo a riempire gli occhi, ma il dolore, la sofferenza e la rabbia.

La guida ci ha accompagnato all’interno della struttura raccontando la reale condizione degli schiavi, dalla forzata deportazione dalle proprie terre in Africa, all’arrivo negli USA fino alla destinazione definitiva in Lousiana.

Ed è incredibile come da sempre si usino gli stessi stratagemmi per sottomettere gli altri e sfruttarli fino alla morte.

L’ingresso alla Whitney Plantation costa 23 dollari e, come dicevo, si trascorre un ora e mezza all’aperto passeggiando tra i simboli, i reperti d’epoca ed i racconti scritti da parte di chi quegli anni di prigionia li ha vissuti.

D’estate, se si soffre particolarmente il caldo, è possibile utilizzare degli ombrelli che gratuitamente vengono messi a disposizione dalla struttura.

All’interno, accanto alla biglietteria, c’è una mostra fotografica che racconta la storia della schiavitù in Louisiana.

E poi la villa.

Più piccola della Oak Alley, più spartana, ma anch’essa testimone di anni bui.

E’ un “viaggio” amaro quello nella Whitney Plantation, ma che vale la pena fare.



Le “dirette” video

La Whitney Plantation

Deep South & Route 66. Oak Alley Plantation

Pubblicato: ottobre 13, 2019 in USA

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Tratto Oak Alley Plantation
Data 21 Agosto 2019
Hotel The Whitney Hotel
Km Percorsi 192,0

Nel sud, nel profondo sud degli Stati Uniti le piantagioni sono molto diffuse.

Si sono trasformate da “campi di prigionia” in attrazioni turistiche molto popolari.

Ma le condizioni di vita degli schiavi che un tempo erano “internati” li dentro non sono tuttavia taciute dalle guide.

Certo, quello che colpisce l’occhio è lo sfarzo di queste meravigliose ville, ma la realtà della cose viene comunque fuori quando le si visita ed in alcune di esse con una violenza inaudita.

La prima piantagione che abbiamo visitato è probabilmente la più famosa:
la Oak Alley Plantation.

E’ stata location di tantissimi film, la cui lunga lista è fornita, su richiesta, dal personale della struttura.

Il più famoso è senza dubbio “Intervista col vampiro”, tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, con Tom Cruise, Brad Pitt ed altre famose star di Hollywood.

Il biglietto costa 25 dollari a persona, una cifra standard per gran parte delle locations di questa parte degli USA.

All’interno della villa non è possibile scattare foto, gli arredi sono in gran parte ricostruiti, ma è davvero molto bella.

C’è una guida che accompagna il tour all’interno della villa illustrando le stanze e raccontando la storia dei proprietari.

La parte della piantagione che tuttavia attrae di più, per la sua bellezza, è il famoso viale alberato che si allontana dalla villa.

E’ davvero splendido e dopo averlo visto in film e foto ho cercato di immortalarlo da qualsiasi angolazione.

E’ stata una visita piacevole, in uno dei luoghi più famosi di questa parte degli USA, il racconto delle piantagioni dal punto di vista dei “padroni”, e quindi con lo sfarzo che faceva bella mostra di se.

Tornato a New Orleans, dopo pranzo, mi sono diretto al Garden District, un luogo splendido popolato da bellissime ville in stile vittoriano.

La prima che ho incrociato è stata quella dove per un periodo ha vissuto Anne Rice, la scrittrice di “Intervista col vampiro”.

Nonostante il clima sempre piuttosto umido, passeggiare lungo i viali del Garden District è stato piacevole e rilassante.

La giornata si è chiusa con l’immancabile passeggiata tra la folla del French Quarter al quale sono arrivato attraverso la Jackson Square e la St. Louis Cathedral.

New Orleans ha continuato piacevolmente a stupirmi.



 

Le “dirette” video

La Oak Alley Plantation

 

Deep South & Route 66. Natchez – New Orleans

Pubblicato: ottobre 12, 2019 in USA

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Tratto Natchez – New Orleans
Data 20 Agosto 2019
Hotel The Whitney Hotel
Km Percorsi 324,1

La mattina alla Brandon Hall Plantation è cominciata presto.

La notte peraltro mi è sembrata volare via in un attimo, immerso in quello scenario d’altri tempi.

Sono uscito per immortalare la splendida villa con le prime luci del giorno, prima che il caldo umido cominciasse, come di consueto, ad affacciarsi.

Gli ospiti della struttura dormivano ancora e quindi la villa era avvolta dal silenzio interrotto solo dai miei passi sulle scale di legno che conducevano al piano inferiore.

Ho nuovamente fatto un giro delle bellissime stanze della villa prima di uscire in giardino.

Il tavolo nella sala della colazione cominciava a prendere la sua forma definitiva in vista della colazione che di li a poco avremmo consumato.

Appena uscito dalla villa sono subito stato circondato da due splendidi gatti dal pelo rosso che mi accompagneranno, anticipandomi nel cammino, per tutto il tempo che sono stato intorno alla struttura.

Correvano davanti a me, saltavano sui muretti e mi aspettavano per farsi accarezzare.

Era perfino difficile fare foto, ma erano davvero dolcissimi.

Io adoro i gatti.

Rientrato nella villa sono rimasto nella hall in attesa che la colazione avesse inizio.

Una volta entrato nella stanza, mi sono seduto intorno al tavolo e dopo un po’ la cameriera (di colore) ha cominciato a servire la colazione fatta di un tortino di uova, frutta, pane fatto da loro, caffè e succo d’arancia.

Eravamo in 8: 2 spagnoli, io e mia moglie ed i restanti americani.

Il responsabile della struttura si è seduto a capotavola ed ha cominciato a coinvolgerci con domande sulla nostra provenienza e sul nostro giudizio sui servizi offerti dopodichè ha iniziato a darci informazioni sulla Brandon Hall Plantation e su Natchez.

E’ stata una piacevole colazione condivisa con gli altri ospiti della struttura.

Al termine ho trascorso altro tempo passeggiando intorno alla villa, scattando foto, registrando video e giocando con i gatti.

La giornata è proseguita a Natchez, con la visita ad altre strutture d’epoca, una passeggiata sulle sponde del Mississippi e poi mi sono mosso verso New Orleans dove sono arrivato nel pomeriggio.

L’impatto con la città è stato piacevole.

Ero un po’ preoccupato per via del fatto che non amo molto le città americane, non amo affatto il caldo e la confusione, ingredienti che a New Orleans ci sono tutti.

Ciononostante non ho mai provato fastidio, c’era qualcosa che me la faceva piacere.

E questa piacevole sensazione è continuata anche negli altri giorni trascorsi in città.



Le “dirette” video

La Brandon Hall Plantation

Mammy’s Cupboard

Deep South & Route 66. Memphis – Natchez

Pubblicato: ottobre 5, 2019 in USA

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Tratto Memphis – Natchez
Data 19 Agosto 2019
Hotel Brandon Hall Plantation
Km Percorsi 586,9

 

La giornata è cominciata presto, come spesso accade quando sono in viaggio.

Ma questa volta un po’ prima perché erano tanti i km da percorrere lungo la Highway 61 ed era importante non perdere troppo tempo.

Dopo un rapido passaggio da Walgreens per fare la consueta scorta d’acqua mi sono messo in moto verso il Lorraine Motel, il luogo dove nel 1968 venne assassinato Martin Luther King e dove oggi si trova il museo per i diritti civili.

Il sud è permeato delle lotte di Martin Luther King; non è mai stato semplice per gli afro americani vivere da quelle parti, anche dopo la fine della segregazione razziale, avvenuta, per legge, nel 1964.

Ho ripreso il viaggio agganciando la Hwy 61 in direzione sud, verso Natchez, dove mi avrebbe aspettato la Brandon Hall Plantation, una splendida villa dell’800 dove avrei passato la notte.

Si cominciano presto ad incrociare i primi cimeli che la 61 propone, tutti saldamente legati alla musica Blues.

Il Gateway To The Blues Visitor Center & Museum di Tunica, l’Hollywood Cafè di Robinsonville, e Walls con il cimitero dove è sepolta Memphis Minnie , una delle leggende del Blues.

Sono tante le stelle del Blues per le quali lungo la strada si possono trovare riferimenti e tra queste la più intrigante per la sua storia è Robert Johnson.

Robert Johnson è stata una delle figure più controverse del panorama musicale americano.

Oltre ad essere diventato uno dei musicisti blues più influenti, è stato anche colui che ha dato avvio al sinistro club dei 27, ovvero l’elenco di giovani artisti morti a 27 anni.

Robert è morto in circostanze misteriose e non è chiaro dove il suo corpo sia stato sepolto,

Sono infatti 3 i cimiteri che ne rivendicano le spoglie ed io, durante il viaggio lungo la hwy 61, mi sono messo alla loro ricerca.

E’ stata una giornata lunga, sono infatti arrivato alla piantagione verso le 20, con il buio.

L’accesso alla villa era gestito da un cancello elettrico azionabile attraverso l’inserimento di un codice.

L’impatto con la villa è stato notevole, le luci piazzate con sapienza donavano un immagine maestosa della struttura.

Ho parcheggiato in prossimità dell’ingresso, posto alla fine di un’ampia scalinata, ho inserito un codice che ha sbloccato il portone principale, all’apertura del quale sono rimasto davvero a bocca aperta.

La struttura era splendida.

C’era un grande salone con le stanze ai lati, in una delle quali un lungo tavolo era già pronto per la colazione, ed a destra dell’ingresso una splendida scala che portava alle stanze del piano superiore.

Un ulteriore codice mi ha permesso di aprire la porta della stanza; all’apertura, ancora una volta, l’impatto è stato notevole.

Scatto un’infinità di foto alla stanza prima di disfare i bagagli, perché tanta bellezza andava immortalata.

La Brandon Hall Plantation è davvero una splendida location.



Le “dirette” video

Il Lorraine Motel (Memphis)

Hwy 61

Robert Johnson

Deep South & Route 66. Memphis

Pubblicato: settembre 29, 2019 in USA

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Tratto Nashville – Memphis
Data 18 Agosto 2019
Hotel Motel 6 Memphis Downtown
Km Percorsi 399,8

E’ stata una nuova giornata di viaggio che mi avrebbe condotto a Memphis.

Dovevo fare presto perché nel pomeriggio, alle 15, era previsto l’ingresso a Graceland, la villa di Elvis.

Ho prenotato la visita prima di partire per evitare che, una volta li, avessi dovuto accontentarmi di un orario che poteva non andarmi bene.

Per raggiungere Memphis si doveva prevalentemente percorrere la I40, la stessa odiata I40 responsabile della “morte” della Route 66 e che oggi corre spesso parallela alla vecchia highway nella sua parte centro occidentale.

La parte est della I40 non è molto diversa da quella che affianca la Route 66, come non è diversa dalle altre alienanti interstates.

Ma questa volta il viaggio on the road non era importante, la strada, come detto, era un semplice tramite verso Memphis.

Sono arrivato in città, come previsto, abbastanza presto e quindi ne ho approfittato per anticipare la visita ad un altro monumento mondiale della musica: il Sun Studio.

Vedere la sagoma della chitarra agganciata alla facciata è stato emozionante, è come quando incontri una persona che ammiri e che prima di allora hai visto solo in fotografia.

Entrare nel locale è come entrare in un tempio.

Li dentro sono passati gli artisti più importanti della scena musicale mondiale, musicisti che hanno influenzato un’infinità di bands dai generi più svariati.

Dopo aver acquistato il biglietto per visitare l’interno degli studios, nell’attesa che il tour partisse, ho trascorso un po’ di tempo girovagando per un piccolo spazio pieno di vecchie foto e vecchi dischi.

Ho acquistato un 45 giri di Johnny Cash.

Ovviamente.

Il tour nel piccolo Sun Studio è stato emozionante, arricchito dai racconti della guida sulle origini del locale, su Sam Phillips e su quei giovani ragazzi che saranno diventati, da li a poco, delle leggende.

Johnny Cash, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis e soprattutto The King: Elvis Presley.

La leggenda permea ogni angolo del Sun Studio, ciascuno dei numerosi oggetti che lo popolano, se potesse, sarebbe in grado di raccontare storie incredibili sui personaggi che lo hanno frequentato.

E’ stata una bellissima esperienza.

Usciti dal Sun Studio era ora di visitare un altro posto leggendario: la Graceland di Elvis.

Visitare Graceland è stato emozionante e commovente.

E’ stato commovente perché ha messo in luce più l’aspetto intimo del “Re” che le bizze di un giovane e idolatrato artista che segnerà per sempre la storia della musica.

Gli arredi, la stanza dei genitori ai quali aveva promesso una bella casa una volta diventato famoso, ed il tempo dedicato agli amici sono gli aspetti che più mi hanno colpito.

Mi aspettavo una residenza più eccentrica, in linea con il personaggio pubblico, ed invece sono stato piacevolmente sorpreso.

E poi le testimonianze dell’intero mondo della musica che, ovviamente, ha visto in Elvis una essenziale fonte di ispirazione per le proprie opere.

Da Johnny Cash, incantato dal suo modo di suonare la chitarra, al mondo metal dei Kiss e dei Def Leppard.

Tutti, nonostante siano comunque diventate delle star nel proprio genere, hanno sognato di essere lui, il “Re”.

All’interno della villa è vietato girare video e le foto sono possibili solo senza flash.

Era l’ultimo tour quello che avevo prenotato e quindi sono uscito con la struttura praticamente vuota.

La sera si è chiusa con una rilassante passeggiata lungo il Big River Crossing, il ponte pedonale sul Mississippi che collega il Tennessee all’Arkansas, e con due passi lungo la strada più famosa di Memphis: la luminosa Beale Street.



Le “dirette” video

Il Sun Studio

Graceland

Deep South & Route 66. Nashville

Pubblicato: settembre 28, 2019 in USA

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Tratto Nashville
Data 17 Agosto 2019
Hotel Days Inn by Wyndham Joelton/Nashville
Km Percorsi 113

 

Un viaggio attraverso il sud degli Stati Uniti, se lo si affronta con la conoscenza dei posti che si visiteranno, è terribilmente appassionante.

Non è il classico giro naturalistico nei parchi del west per il quale la preparazione è tutto sommato inutile.

In quel caso non c’è bisogno di documentarsi o di qualcuno che ti convinca che quello che vedrai è bello.

Documentarsi prima di partire per un viaggio come questo è importante, perchè i luoghi attraversati sono carichi di storie delle quali, alla fine, non potrai non innamorarti.

Mentre ero alla ricerca di informazioni, mi sono reso conto di essermi inconsapevolmente innamorato di Johnny Cash.

Già prima di partire, mentre ero alla ricerca  informazioni, mi ero reso conto di essermi inconsapevolmente innamorato di Johnny Cash.

Le mie passioni musicali sono un po’ diverse e nonostante sapessi chi fosse “The man in black” non ne avevo mai approfondito la storia e le canzoni.

Johnny Cash è stato unico, così sfacciatamente sopra le righe, ha vissuto una vita al massimo, ha sfornato canzoni potenti ed ha incontrato l’amore della sua vita con il quale è rimasto legato fino alla fine.

Un insieme di eventi straordinariamente coinvolgente.

La giornata è cominciata con un una deviazione verso Hendersonville, la città dove Johnny Cash viveva e dove oggi, assieme alla sua amata June, è sepolto.

Avevo preso le coordinate GPS della tomba in modo da non perdere troppo tempo nella ricerca, ed arrivato li davanti l’emozione è stata forte.

E’ stato un impatto potente che ha anche avviato molte riflessioni.

Da Hendersonville mi sono infine diretto a Nashville, una città molto legata a Johnny Cash ed al Country in generale.

Non a caso, tra le altre cose, c’è la Country Music Hall of Fame, dove ho trascorso parecchio tempo visitando i cimeli di un genere musicale che in passato non mi aveva coinvolto più di tanto.

Il biglietto costa circa 26 dollari a persona; non sarà alla fine un viaggio economico, ma posti come questo non si possono non vedere; ne vale davvero la pena.

Nashville è la città della musica e lo manifesta continuamente, senza interruzioni.

Passeggiando nel centro sembrava di essere parte di un enorme carnevale.

In tutti i locali della Broadway c’erano bands che suonavano dal vivo proiettando in strada il loro sound potente, mentre improbabili carrette, adibite al trasporto di persone dedite al consumo di birra, giravano per la città facendo ancora più rumore.

E’ difficile non restare coinvolti in tanta goliardia.

La giornata si è chiusa con la visita al Partenone di Nashville, un tributo, a grandezza naturale, al tempio dell’acropoli di Atene.

Ho lasciato Nashville per tornare in motel verso sera, e mentre mi allontanavo con la macchina la musica si dissolveva lentamente lasciando dietro di me gli echi della sua gioia.



 

Le “dirette” video

Johnny Cash

 

Nashville (Tennessee)

 

Deep South & Route 66. Atlanta – Nashville

Pubblicato: settembre 22, 2019 in USA

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Tratto Atlanta – Nashville
Data 16 Agosto 2019
Hotel Days Inn by Wyndham Joelton/Nashville
Km Percorsi 482,2

Il 16 Agosto è partito l’on the road vero e proprio.

Il consueto viaggio itinerante, vissuto prevalentemente “sulla strada”, come solitamente faccio negli USA.

Negli ultimi anni ho sempre percorso la Route 66, che è il viaggio on the road per antonomasia, ma anche questa volta, nonostante fossi distante dalla Mother Road, non vedevo l’ora di cominciare a fare sul serio.

Anche se il primo approccio non è dei più belli, visto che gran parte di questo spostamento, che mi avrebbe condotto a Nashville, lo  avrei percorso sulla Interstate 75.

Percorrere le interstates è alienante.

Si viaggia incastrati nella propria corsia a velocità costante, con il cruise control impostato, le gambe incrociate ed una Redbull per tenersi svegli.

La Route 66 è tutta un’altra storia.

Ma ci arriverò anche quest’anno.

La prima tappa è stata l’Old Car City USA di White, sempre in Georgia, una classica bizzarria americana.

Si autoproclama il più grande sfasciacarrozze del mondo, e probabilmente lo è.

Ci vogliono diverse ore per visitarlo tutto; l’aspetto che lo rende unico, è la simbiosi che c’è tra le carcasse delle vecchie automobili e la natura circostante.

Una sorta di bosco di alberi e lamiere senza soluzione di continuità.

Per entrare si paga, ed anche parecchio (25 dollari a persona) e la cosa un po’ mi ha infastidito perché subito ho pensato che cose di questo tipo sulla Route 66 le trovi gratis.

Ma in fondo questo è un posto molto diverso da quelli che si incontrano sulla Mother Road, è un enorme insieme di rottami e vegetazione (il terreno è grande circa 14 ettari) che custodisce anche carcasse di automobili appartenute a personaggi famosi dello spettacolo americano (Elvis e Johnny Cash tanto per citane un paio) e quindi il pagamento di un biglietto ad un costo abbastanza alto ci può stare.

Quando non mi trovo lungo la Route 66 mi capita spesso di fare paragoni e mi rendo conto che altrettanto spesso sono improbabili perché la Mother Road è unica.

Passo un po’ di tempo li dentro, passeggiando per quelle strade sterrate facendo attenzione agli incroci, cercando punti di riferimento per riuscire a tornare indietro senza perdermi.

È una sorta di enorme labirinto senza molte indicazioni se non alcuni vecchi cartelli che fanno da perfetto complemento a quello scenario surreale.

La tappa successiva è stata la Jack Daniel’s Distillery di Lynchburg in Tennessee.

Un bel posto dove trascorrere un po’ di tempo.

Jack Daniel’s è un’icona, uno dei marchi americani più popolari e visitare la distilleria è stata una piacevole esperienza.

Non sono mai stato un bevitore di whiskey ma il suo nome leggendario lo ricordo spesso associato a bands Heavy Metal che ascoltavo (ed ascolto ancora) da bambino.

Purtroppo all’interno, come in diversi altri “musei”, non è possibile fare foto e video, ed io non ho contravvenuto a questa regola.

Le regole vanno sempre rispettate.

Abbiamo visitato le stanze che custodiscono le botti dove il distillato viene stoccato, i locali dove viene filtrato fino all’imbottigliamento che viene fatto con il determinante contributo dell’uomo.

I tappi, la scelta delle bottiglie, il controllo qualità insomma, ma anche molto altro, sono ancora fatti da esseri umani e non da macchine.

Non sono spesso mestieri qualificanti, ma vedere che nel paese della tecnologia si usi ancora l’uomo fa piacere.

Ho riflettuto molto su questo aspetto mentre ero li, anche nel visitare la piccola ma piacevole Lynchburg.

Gli USA sono un paese sconfinato, un continente, ma la gente pian piano si sta concentrando nelle metropoli lasciando che i paesi diventino delle ghost towns.

Gli USA sono pieni di ghost towns reali e di ghost towns in prospettiva.

E’ banale, ma se si continua ad accentrare qualsiasi genere di business nelle grandi città, le piccole comunità si avvieranno ad un inarrestabile declino, fino a a scomparire.

Ben vengano quindi le Jack Daniel’s.

Tornando alla visita della distilleria, avendo scelto quella con la degustazione, alla fine del giro siamo stati introdotti nella sala adibita, appunto, all’assaggio dei diversi distillati prodotti dalla casa.

Erano 5 diversi tipi di whiskey, dal classico Old N°7 al Tennessee Fire alla cannella.

Un ottimo modo per concludere il tour e, per gli inesperti come me, per assaggiare i prodotti di questo marchio leggendario.



Le “dirette” video

WHITE – Old Car City USA

 

LYNCHBURG – Jack Daniel’s Distillery

Deep South & Route 66. Atlanta

Pubblicato: settembre 21, 2019 in USA

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Tratto Atlanta
Data 13 – 14 – 15 Agosto 2019
Hotel Relaxing, Comfortable, Private Bedroom
Km Percorsi 316,6

Atlanta è una città che si fa piacere.

La prima sensazione che abbiamo avuto è quella dell’organizzazione.

E’ una sensazione che abbiamo avuto fin dal nostro arrivo in aeroporto: le rapide procedure di immigration, i nostri 2 bagagli che erano già fuori dal nastro, uno di fianco all’altro.

Nonostante l’aeroporto fosse enorme, non c’era caos.

Il centro della città non è molto grande, tutto è molto ordinato, e le principali attrazioni si trovano tra loro abbastanza vicine.

La CNN, l’Olympic Park, World of Coca Cola ed il Martin Luther King National Historical Park, sono quelle più popolari.

Passeggiare la mattina in centro è rigenerante.

Lo è perché non c’è caos, in verità neanche più tardi lo si trova come in altre città americane, e perché la temperatura, nota dolente ad agosto, è molto più clemente.

Abbiamo trascorso 2 giorni pieni ad Atlanta ed oltre ai posti citati ci siamo messi alla ricerca delle locations di The Walking Dead.

Una simpatica ed avvincente “caccia al tesoro” che ci ha portato anche a più di 100km dalla capitale della Georgia.

A circa 60 km da Atlanta c’è Senoia, la piccola comunità dove la serie è principalmente girata e dove si trovano gli studios.

Gli studios erano chiusi al pubblico perché stanno girando la decima stagione, ma tutto intorno alla piccola comunità è un brulicare di luoghi utilizzati nella serie.

L’appartamento dove risiedevamo si trovava ad una decina di km dal centro di Atlanta, in una villetta immersa nel verde.

Davvero un bel posto dove stare.

Insomma, Atlanta ci è piaciuta.



Le “dirette” video

ATLANTA – Le locations di “The Walking Dead” – Parte 1

 

ATLANTA – Le locations di “The Walking Dead” – Parte 2

 

ATLANTA – World of Coca Cola

 

ATLANTA – CNN

 

La Brandon Hall Plantation (Natchez, MS)

Pubblicato: settembre 6, 2019 in USA
Le “dirette” video On the Road: La Brandon Hall Plantation (Natchez, Mississippi)

Brandon Hall Plantation


Ad Agosto 2019 ho trascorso una notte in una splendida villa in una piantagione di Natchez in Mississippi: La Brandon Hall Plantation.

L’atmosfera era straordinaria e la villa, risalente alla metà dell’800, era di una bellezza mozzafiato.

Questo è il video girato in quell’occasione con delle brevi indicazioni storiche.