Tratto | Whitney Plantation |
Data | 22 Agosto 2019 |
Hotel | The Whitney Hotel |
Km Percorsi | 167,5 |
La Whitney Plantation è l’altra faccia delle piantagioni, la narrazione di quegli anni dal punto di vista degli schiavi.
È amaro constatare, ancora una volta, dove può spingersi la crudeltà dell’uomo, fino a negare ogni diritto ad un suo simile, al punto da non considerarlo neanche un essere umano.
L’ora e mezza alla Whitney Plantation è fuggita via in un attimo.
Non c’era lo sfarzo a riempire gli occhi, ma il dolore, la sofferenza e la rabbia.
La guida ci ha accompagnato all’interno della struttura raccontando la reale condizione degli schiavi, dalla forzata deportazione dalle proprie terre in Africa, all’arrivo negli USA fino alla destinazione definitiva in Lousiana.
Ed è incredibile come da sempre si usino gli stessi stratagemmi per sottomettere gli altri e sfruttarli fino alla morte.
L’ingresso alla Whitney Plantation costa 23 dollari e, come dicevo, si trascorre un ora e mezza all’aperto passeggiando tra i simboli, i reperti d’epoca ed i racconti scritti da parte di chi quegli anni di prigionia li ha vissuti.
D’estate, se si soffre particolarmente il caldo, è possibile utilizzare degli ombrelli che gratuitamente vengono messi a disposizione dalla struttura.
All’interno, accanto alla biglietteria, c’è una mostra fotografica che racconta la storia della schiavitù in Louisiana.
E poi la villa.
Più piccola della Oak Alley, più spartana, ma anch’essa testimone di anni bui.
E’ un “viaggio” amaro quello nella Whitney Plantation, ma che vale la pena fare.


















Le “dirette” video
La Whitney Plantation