“Photograph these… while you’re here… the wrecking ball… is looming near”
(Frase in stile “Burma-Shave” posizionata su alcuni cartelli in prossimità del John’s Modern Cabins)
Della Route 66 mi ha sempre affascinato la storia.
Storia recente certo, la Route 66 non ha neanche 100 anni, ed a volte non propriamente bella da raccontare, come del resto molte altre che riguardano gli Stati Uniti.
Ma leggere le sue storie mi ha permesso di far luce su aspetti e situazioni che apparentemente non hanno un senso o che per uno straniero sono difficili da comprendere.
Ma c’è una spiegazione a tutto se solo si ha la voglia, e la pazienza, di leggere tra le “rughe” che il tempo ha scavato lungo il suo percorso d’asfalto e di cemento o tra le macerie di quello che resta dei suoi, spesso malconci, cimeli.
Cimeli per niente invitanti per il turista tipico della Route 66, attratto più dagli scudetti sull’asfalto che dalla storia della vecchia highway.
Tra i cimeli più importanti della Route 66 sicuramente va ricordato il John’s Modern Cabins, un vecchio motel, da anni abbandonato, che rappresenta un po’ la sintesi del disastro conseguente “all’invenzione” delle interstates.
Un motel che racconta una storia che si ripete ovunque lungo la vecchia highway e che, tra le rovine in legno di questa vecchia struttura, viene urlata in faccia al viaggiatore.
Il John’s Modern Cabins è un ossimoro, di moderno non c’è mai stato niente neanche negli anni in cui il motel era in servizio.
Durate i tempi difficili della grande depressione e più tardi del dopoguerra, quel motel spartano rappresentava un modo economico per dormire lungo la vecchia highway, permettendo ai viaggiatori di riposarsi spendendo poco.
L’attività risale agli inizi degli anni 30 del secolo scorso, nel 1931 infatti, furono i coniugi Bill e Beatrice Bayliss ad avviarla attribuendole il nome “Bill and Bess’s Place”.
La proprietà era costituita da 6 piccole cabins di legno e da una sala da ballo, una sorta di juke point dove le persone del posto potevano scatenarsi in balli e feste.
Non era tuttavia un posto particolarmente raccomandabile.
Si racconta che una sera di Halloween fu commesso un omicidio da parte di un ragazzo di 22 anni che uccise la moglie 18enne che lo aveva appena lasciato.
Nel 1950 l’attività fu rilevata per 5.000 Dollari da una coppia di Chicago, i coniugi John e Lillian Dausch ed il locale assunse il nome definitivo di John’s Modern Cabins.
Fin da subito iniziarono i problemi per John ed i suoi moderni bungalow.
Nel 1952, in conseguenza dell’allargamento della Route 66, che in quella zona diventò a 4 corsie, fu costretto a spostare le cabins per far posto alla strada.
Ne costruì altre, sempre adibite a motel, una più grande dove poter risiedere ed un’altra per la lavanderia ed uno Snack Bar nel quale John cominciò a vendere birra ed a farlo anche di domenica, infrangendo una legge locale che lo impediva.
Per questo motivo si guadagnò l’appellativo di “Sunday John”.
Ma i problemi non finirono qui.
Nel 1966, in conseguenza dei lavori per la costruzione della futura Interstate 44, il dipartimento dei trasporti dello stato del Missouri acquisto parte del terreno di John che fu costretto a spostare ulteriormente indietro le sue cabins.
Ma questa volta i potenziali clienti per raggiungere il motel dovevano uscire dalla Interstate mezzo miglio ad est della sua proprietà.
Il John’s Modern Cabins, a questo punto, non aveva chances di sopravvivenza; non era nemmeno visibile dalla I44.
La nuova interstate tagliò fuori anche la vicina comunità di Arlington che ormai giaceva ai bordi di una strada senza uscita.
Nel 1968 la perdita della moglie diede il colpo finale all’attività di John, che tuttavia continuò a vivere nel suo motel, ormai chiuso, fino al 1971 quando anche lui morì.
Il John’s modern cabins, come attività, non riaprirà mai più.
La proprietà fu acquistata da una famiglia che aveva l’intenzione di farne una residenza di campagna ma questa operazione non andò mai in porto.
Oggi del motel restano solo alcune cabins, in pessime condizioni, e l’insegna.
Più volte ha rischiato la demolizione, ma grazie ad associazioni sorte a tutela dei cimeli storici della Route 66, l’operazione è stata impedita.
Un gruppo di appassionati della Route 66, che tra le altre cose si è battuto per impedire la demolizione del Gasconade Bridge, uno storico ponte non molto distante dal motel, si occupa ciclicamente di mantenere quel che resta della proprietà di John.
Il rischio di perdere per sempre quel che rimane di questo splendido cimelio è molto elevato.




Sono stati molti i cimeli demoliti lungo la vecchia highway, perché ritenuti pericolosi, senza mai valutare il significato storico che questi ricoprono.
Il senso di precarietà di quello che resta del John’s Modern Cabins è restituito da alcuni cartelli, sullo stile della pubblicità della Burma-Shave, che qualcuno posizionò accanto al motel:
“photograph these… while you’re here… the wrecking ball… is looming near”
Il John’s Modern Cabins è una delle numerose vittime della moderna concezione di viabilità introdotta con le Interstates.
La sua è una storia con un finale simile a centinaia di altri posti lungo la vecchia highway.
Ristoranti, motels, gift shops, intere cittadine sono state uccise dalla voglia sfrenata di correre e di farlo a qualsiasi costo, senza porsi il problema delle vittime che questa corsa poteva causare.
Un modus operandi tipicamente americano.
“E’ tutto in nome del progresso” furono le parole pronunciate alla stampa da un funzionario dei trasporti del New Jersey quel 27 Giugno del 1985 quando fu decretata la fine della US Highway 66, della sua storia lunga 59 anni e della sua gente.
Ma fu la fine della vecchia highway solo per quei burocrati che l’avevano decretata, la sua leggenda e l’amore della gente per quel vecchio sentiero di asfalto, continuano ancora oggi.
Più forti che mai.