“Lou Mitchell’s è per la colazione quello che il Vaticano è per il Cattolicesimo.”
New York Times, Novembre 1987
Un viaggio lungo la Route 66 deve essere necessariamente westbound, da Chicago a Santa Monica.
Ce lo impone la tradizione.
Principalmente perchè ai tempi della grande depressione e del Dust Bowl, la gente si spostava verso la California, e quindi verso ovest, alla ricerca di un futuro migliore del terribile presente che stava vivendo.
Perché nel dopoguerra le agognate mete di vacanza si trovavano sulla costa ovest, perché da sempre gli americani hanno visto nell’ovest selvaggio una parte del paese da raggiungere ed esplorare, ma anche perché, banalmente, le “Numbered Highways”, di cui la US 66 è stata la figlia più famosa, erano North/South ed East/West.
Ho percorso la Route 66 tre volte in questo modo ed una volta al contrario, da ovest verso est, ed anche se quest’ultima esperienza è quella che probabilmente mi ha coinvolto di più (è stato il mio quarto viaggio quindi ha influito la conoscenza dei luoghi e soprattutto delle persone che vivono e lavorano lungo la strada), un viaggio su questa strada va affrontato, a mio parere, in modo ortodosso, come vuole la tradizione.
La tradizione è parte integrante della vecchia highway, ogni metro del suo splendido percorso ne è permeato, e quindi per godere appieno di un’esperienza come questa vale la pena rispettare quella che, secondo me, è tra le più importanti.
Ed appena lasciato il “Begin”, la tradizione ci impone subito uno stop.
Una fermata, ancora prima di uscire da Chicago, in uno dei locali più belli e rappresentativi della vecchia highway, una vera e propria istituzione: il Lou Mitchell’s.
Il locale si trova sulla Jackson Ave., per anni inizio e fine della Route 66, prima che, in tempi più recenti, la revisione dei sensi di marcia ha separato l’inizio della Route 66 (sulla Adam Str.) dalla fine (sulla Jackson Blvd.).
Oggigiorno, quindi, la Jackson è la strada che si percorre per entrare a Chicago, quella dove è piazzato il cartello “END” per chi ha percorso la Route 66 “al contrario”.
L’attività, fondata da William Mitchell, risale al 1923, tre anni prima della nascita della Route 66, che ebbe il battesimo ufficiale l’11 novembre del 1926.
William, qualche anno dopo, attribuì al ristorante il nome di suo figlio Louis, all’epoca 14enne, ed il locale divenne famoso con il nome col quale ancora oggi è conosciuto: Lou Mitchell’s appunto.
Inizialmente il locale si trovava in un’altra zona di Chicago e nel 1949 fu spostato nella attuale location.
Il suo punto di forza è sempre stata la colazione, ed era per questo assiduamente frequentato da pendolari in procinto di raggiungere il proprio posto di lavoro.
La colazione poteva essere consumata nell’arco di tutta la mattinata, senza limiti di orario (oggi è possibile anche pranzare).
Lou ha gestito con passione il suo locale fino al 1992 anno in cui, ormai ultra ottantenne, non avendo figli che potessero prendersene cura (Lou è mancato nel 1999), lo vendette a sua nipote, Kathryn Thanasouras, cognome che in seguito è stato semplificato in Thanas, ed ai suoi due figli, Heleen e Nick.
Il ristorante quindi finiva in buone mani e soprattutto restava in famiglia, una famiglia, quella di Kathryn, che era nel business della ristorazione da diverse generazioni.
La figlia di Kathryn, Heleen, ha da subito preso le redini del locale del quale è stata per anni il volto più noto.
Gestiva il Lou Mitchell’s coinvolgendo i clienti con i suoi racconti, con aneddoti legati alla sua famiglia di origine greca, ascoltando le loro confidenze, accogliendoli con la cura e le attenzioni che di solito si riservano agli amici.
Ed al Lou Mitchell’s, infatti, la cordialità è sempre stata di casa: i dipendenti erano parte della famiglia ed i clienti degli amici.
Heleen, che ha anche partecipato come giudice in un reality culinario di una tv americana, è venuta a mancare nel 2015 a 63 anni.
Oggi è suo fratello Nick a gestire il locale.
Sono tante le personalità che negli anni hanno varcato la soglia del Lou Mitchell’s: da sportivi famosi a presidenti degli Stati Uniti, a politici, a star del cinema, ed il locale è stato spesso utilizzato come location di film ambientati a Chicago (una scena di “The Weatherman – L’uomo delle previsioni” del 2005 con Nicholas Cage è stata girata al suo interno).
Il Lou Mitchel’s è uno splendido tuffo nel passato: la cortesia del personale, che per ingannare l’attesa per l’occupazione di un tavolo omaggia i clienti con i propri squisiti dolci, i tavolini in formica, le vecchie foto appese un po’ ovunque, l’insegna al neon che è rimasta fondamentalmente quella di sempre, rendono questo locale un irresistibile richiamo per tutti i viaggiatori che stanno per intraprendere una delle esperienze di viaggio più belle.



Molta della fama del Lou Mitchell’s, che ha superato i confini urbani diventando un’icona conosciuta in tutto il mondo, è infatti dovuta ai viaggiatori della Route 66.
E’ tuttavia rimasto essenzialmente un locale a conduzione familiare, come avveniva in passato e come lo sono tante attività lungo la Route 66.
E questo è un aspetto vincente che lo rende diverso dai tanti locali che solitamente si trovano nelle grandi città come Chicago.
Un viaggio lungo la Route 66 che si rispetti non può non cominciare con una colazione da Lou Mitchell’s.
E chi ben comincia…
Nel 2006 il locale è stato inserito nel registro nazionale dei luoghi storici.