
Il Texas Longhorn Motel oggi e ieri
“Glenrio era affollata come una bettola a mezzogiorno.
Dal 1910 al 1934 questa cittadina di frontiera ha prosperato ed ha perfino ospitato un quotidiano, il “Glenrio Tribune”.
Nel 1920 Glenrio aveva un hotel, una ferramenta, ed un ufficio del catasto.
Nel 40 John Ford ci ha anche girato alcune scene di “Furore”.
I tempi di gloria se ne sono ormai andati da tempo.
Oggi ci vivono più cani che persone.
La piccola cittadina a cavallo tra due stati si è evoluta in un’oasi di cespugli e di roadrunners a caccia di rettili per la cena.
Ciononostante, i viaggiatori si fermano ancora e le rendono omaggio.”
Michael Wallis, scrittore
Glenrio, ovvero quel che resta di un tempo ormai lontano.
Quelle vecchie, consumate costruzioni ricordano ancora il tempo in cui questa piccola cittadina a cavallo tra due stati era fiorente.
Glenrio ci racconta degli Okies e dei loro viaggi della speranza verso la California.
Ci racconta di un tempo nel quale viaggiare era un’avventura, per via delle difficoltà nel percorrere la vecchia highway con delle automobili prive dei moderni confort ed affidabilità, ma era al tempo stesso un piacere.
Glenrio è stata una piccola cittadina al confine tra Texas e New Mexico, tra le contee di Deaf Smith e Quay, più o meno al centro tra quelle che oggi sono due tappe fondamentali di un viaggio lungo la Route 66: Amarillo in Texas e Tucumcari in New Mexico.
Come molte comunità lungo la vecchia highway, anche Glenrio nacque come accampamento durante la realizzazione di una ferrovia.
In questo caso si trattava della ferrovia che avrebbe collegato le cittadine di Amarillo e Tucumcari per poi proseguire fino alla costa del Pacifico.
Le prime tracce di questa comunità si hanno nel 1903, anno in cui questo tratto di ferrovia iniziò ad essere costruito dalla Rock Island & Pacific Railroad, un tratto che venne completato intorno al 1910.
Nel 1907 un colonnello dell’esercito americano fu incaricato di occuparsi della promozione di questo nuovo insediamento al quale in prima istanza assegnò il nome di Rock Island, in onore della compagnia ferroviaria impegnata nella realizzazione dell’importante arteria di collegamento.
Nei primi anni del 1900 il piccolo insediamento, oltre che dalla ferrovia, era attraversato dalla Ozark Trail Road, una delle prime strade di collegamento east/west costruite nella regione del Panhandle ed una delle principali strade storiche che in seguito hanno ceduto il percorso alla US Highway 66.
Nel 1910, in concomitanza con l’inaugurazione della stazione ferroviaria, la piccola comunità cambiò nome diventando Glenrio, dall’unione di due parole, la scozzese Glen (valle, canale) e la spagnola di Rio (fiume) ed iniziò a conoscere un discreto incremento della popolazione residente che passò a circa un centinaio di unità.
Negli anni 20 a Glenrio c’era un hotel, una ferramenta, un ufficio del catasto, diversi negozi di alimentari, service stations e diners.
Aveva anche un giornale, il Rock Island Tribune, diventato in seguito Glenrio Tribune, che fu operativo tra il 1910 ed il 1934.
Era quindi una cittadina molto attiva e dal business fiorente.
La natura di queste attività, prevalentemente legata alla ferrovia, si trasformò ben presto in supporto ai viaggiatori che percorrevano la strada che attraversava la piccola comunità.
Nel 1926, infatti, con l’inclusione della Ozark Trail Road nel percorso della nuova Highway 66, Glenrio partecipò al boom di questo nuovo genere di attività.
Durante gli anni ’30, la nuova Route 66, che in corrispondenza di Glenrio era a due corsie, fu asfaltata.
In quegli anni non c’erano bar sul lato texano della comunità, poiché la contea di Deaf Smith era una cosiddetta “Dry county”, dove era quindi vietata la vendita di alcoolici, mentre nessuna stazione di servizio era presente sul lato del New Mexico a causa delle elevate tasse sulla benzina applicate dalla Land of the Enchantment.
Tra i nuclei familiari che hanno segnato la storia di Glenrio si ricordano la famiglia Ferguson (proprietaria di alcune stazioni di servizio e dello storico State Line Bar), la Ehresman e la Brownlee.
Di queste ultime due restano dei richiami agli anni d’oro di Glenrio tutt’ora molto popolari tra i viaggiatori della vecchia highway.
Omer Ehresman a metà degli anni 50 costruì lo State Line Café and Gas Station e il Texas Longhorn Motel, il motel con la famosa insegna “The last stop in Texas”, lato Texas per chi stava lasciando il Lone Star State, e “The first stop in Texas”, lato New Mexico, per chi entrava nello stato dalla stella solitaria.


Alla famiglia Brownlee si deve invece la proprietà, oltre che di diverse gas stations, del “Brownlee Diner”, conosciuto anche come “Little Juarez Cafè”, una costruzione realizzata agli inizi degli anni 50, visibile anche nel film di animazione “Cars” del 2006, con l’insegna “Glenrio Motel”.


Negli anni 40 alcune delle scene del film “Furore” (“The grapes of wrath”) di John Ford, tratto dall’omonimo libro di John Steinbeck, furono girate a Glenrio.
Glenrio era davvero molto trafficata tra gli anni 50 e 60; coloro che in quegli anni vi lavoravano ricordano le colonne di automobili in coda per fare benzina e le file presso i cafes ed i diners.
Le attività commerciali erano impegnate tutto il giorno per dare supporto ai viaggiatori.
Negli anni 60 la comunità di Glenrio poteva contare su 2 motels, 3 diners ed almeno 7 stazioni di servizio.
Lo sviluppo economico ed il benessere di Glenrio terminarono nel 1975, anno in cui in quella zona venne inaugurata la Interstate 40, che di fatto ha azzerato il business della piccola comunità.
Le attività vennero abbandonate o spostate in prossimità della nuova arteria di collegamento interstatale, come accadde alla famiglia Ehresman, proprietaria del Texas Longhorn Motel, che spostò la propria attività aprendo un motel ad Endee nelle vicinanze della I40.
Glenrio cadde quindi in rovina, quasi tutti i residenti l’abbandonarono e le costruzioni un tempo fulcro economico della comunità, cominciarono ad essere erose dal tempo e dai vandali.
Glenrio oggi è una ghost town, probabilmente la più popolare ed amata dai viaggiatori della Route 66.
Esperienza personale
Ho attraversato Glenrio 5 volte durante i miei viaggi lungo la Route 66 e per 3 volte ho percorso il tratto sterrato che la collega a San Jon in New Mexico.
Nutro un particolare affetto per questa cittadina.
Guidando da est ci si arriva percorrendo un breve tratto di I40 da Adrian fino ad un’uscita il cui nome è altrettanto iconico quanto la cittadina stessa, un nome che secondo me riassume perfettamente quello che il viaggiatore andrà ad incontrare lasciando l’Interstate: la Exit 0.


Zero, come quello che resta della prosperità di questo luogo, zero come i segnali di vita che si percepiscono quando l’attraversi, ad eccezione dei rattlesnakes e di qualche cane.
Uno zero che tuttavia si trasforma in 1000, 100.000 un milione, quando a parlare sono le emozioni che Glenrio, nonostante tutto, riesce ancora a trasmettere a chi, come me, ama la Route 66 e la sua storia.
Glenrio la riassume perfettamente, anche se a differenza di altre comunità lungo la vecchia highway, non si è mai più rialzata dopo tutti questi anni trascorsi dall’apertura della I40.
Ma personalmente l’ho sempre preferita così con i suoi ruderi che raccontano con dovizia di particolari quello che è stata a differenza delle tante finte ghost towns ricostruite ad uso e consumo dei turisti che spesso popolano gli USA.
Sono entrato a Glenrio 3 volte da est e due da ovest; l’ingresso da est è quello che preferisco, sempre dopo una sosta al midpoint di Adrian.
Entrando a Glenrio l’emozione prende il sopravvento man mano che le prime testimonianze dei suoi anni d’oro si affacciano all’orizzonte.
C’è un briciolo di timore generato dai cartelli che consigliano i viaggiatori di non addentrarsi all’interno di quei ruderi poiché sono comunque di proprietà privata.
C’è il Texas Longhorn Motel, con la sua insegna decadente e quasi del tutto cancellata dai vandali, ed il Brownlee Diner, tra le costruzioni più fotografate della piccola ghost town.
Il silenzio la fa da padrone ed è rotto solo dal sibilo del vento e dal sinistro suono dei rattlesnakes.
Una delle volte che passai di li in direzione Tucumcari, mi imbattei in una tartarughina che lentamente stava attraversando, da una sponda all’altra, quella strada storica.
E’ stata una delle poche forme di vita con le quali ho incrociato il mio cammino li a Glenrio.


Mi fermo sempre ad osservare quelle rovine cercando di immaginarle nei suoi anni d’oro, con la ferrovia e la gloriosa highway che ne hanno garantito, per un lungo periodo, una prospera esistenza.
Il sole, che è sempre forte, ed il vento caldo donano un fascino sinistro e selvaggio a quel che resta di Glenrio.
E percorrere il tratto sterrato che la collega a San Jon è altrettanto emozionante quanto liberatorio: è una delle tante possibilità offerte dalla vecchia highway di farla finita con le interstates ed il loro caos.
Purtroppo, tra il 2021 ed il 2022, qualcuno ha acquistato l’area di Glenrio per realizzare aree di sosta per i camper e forse un motel ed altre attività commerciali.
Quindi a distanza di quasi 40 anni anche Glenrio riprenderà vita.
Non sarà mai più quella di prima, non sarà mai più un vero tuffo nel passato e le emozioni che il suo fascino regalava non ci saranno più.
Il tetto del Texas Longhorn motel è stato demolito verso la fine del 2021, un atto di barbarie che a mio parere poteva essere evitato.
Di getto, appena saputo di Glenrio scrissi queste righe: Avrà senso chiamarla ancora “Historic”? interrogandomi sull’opportunità di usare ancora l’aggettivo “Historic” per definire qualcosa che la storia la stava pian piano letteralmente demolendo.
Certo, si possono rivitalizzare anche le ghost towns lungo la Route 66, iniettando nuova linfa, dando un’immagine nuova per attrarre turismo, ma la storia andrebbe rispettata.
Purtroppo gli edifici storici di quasi tutta la Route 66 sono posseduti da privati e la loro vendita li espone inevitabilmente all’eventualità di una demolizione; è già successo tante volte lungo la vecchia highway.
Ed è anche quello che probabilmente accadrà a Glenrio ed alle sue icone storiche.
E quindi… addio Glenrio, ti ho visitata 5 volte, ti ho amata e mi hai regalato emozioni forti.
Ho tante foto e diversi video che mi parleranno di te ed anche grazie a questi custodirò i miei ricordi meglio di quanto la tua gente ha fatto con te.
“La Route 66 è la strada dei sogni realizzati e dei sogni perduti”
Michael Wallis, scrittore
Un breve video girato a Glenrio:
Alcune foto scattate a Glenrio





























