
“Non ho costruito Red Oak II per fare soldi.
Non chiedo di pagare un biglietto per entrare.
Mi piace guardare la gente che si diverte curiosando qua e la.E’ questo il mio guadagno.”
Lowell Davis
Red Oak II è una città che non esiste se non nei sogni del suo creatore: Lowell Davis.
Lowell è nato a Red Oak, in Missouri, una piccola comunità, non molto distante dalla Route 66.
A Red Oak Lowell ha trascorso la sua infanzia, un’infanzia felice, fatta di vita di campagna e viaggi estivi verso la California, guardando il paesaggio cambiare colore mentre con la famiglia percorreva la vecchia highway.
Era una comunità rurale Red Oak, uno di quei posti dove la gente non ha molto ma conosce il profondo significato delle parole amicizia, rispetto e solidarietà.
Un bel posto quindi, incastonato nello splendido Missouri.
Fin da piccolo Lowell ha manifestato una forte attrazione per l’arte; il suo principale obiettivo era di apprendere il più possibile l’arte del disegno, della pittura ed un giorno poterle trasformare nel proprio lavoro.
La famiglia di Lowell non assecondava questa sua propensione, poiché non concepiva l’arte come qualcosa di cui si potesse vivere.
In fondo, nella piccola Red Oak, non c’erano molte possibilità di mettersi in mostra e di poter vivere di pittura.
Venne aiutato da uno zio, ma soprattutto da una delle sue maestre che, percependo questa grande passione, pagò per lui un corso di disegno.
Arrivata l’età della leva, Lowell venne destinato in Europa: Francia, Regno Unito, e perfino Italia furono le sue destinazioni.
“Di Roma non saprei dove si trova il Colosseo ma conosco ogni bar” racconta scherzosamente Lowell.
Tornato in patria finalmente riuscì nell’intento di vivere della propria arte.
Dipingeva prevalentemente scene di campagna ed animali, ed era davvero molto bravo.
I suoi lavori cominciarono ad essere molto apprezzati.
Riuscì ad ottenere importanti contratti di distribuzione che lo resero una persona dalle discrete disponibilità economiche.
Ha avuto una vita sentimentale molto turbolenta: ha affrontato 3 matrimoni e due divorzi, eventi, quest’ultimi, che lo hanno profondamente scosso.
Per assecondare il suo business, Lowel si spostò in Texas a Dallas, ma la vita di città non faceva per lui e dopo qualche anno cominciò a sentire forte il richiamo della sua terra.
Tornò quindi a casa e contemporaneamente affrontò il suo primo divorzio, e la sua prima depressione.
Ma Lowell era così, la sua vita è stata un continuo di alti e bassi.
Conobbe Charlie, una ragazza più giovane di lui, una ragazza di città.
Era di Tulsa in Oklahoma, e contro il parere dei genitori di lei, la sposò e la convinse ad andare a vivere in un terreno di sua proprietà negli Ozarks in prossimità di Carthage, nel suo Missouri.
Nei pensieri e nei sogni di Lowell, questo terreno doveva diventare una preziosa ed inusuale opera d’arte.
Con i soldi guadagnati dai contratti di fornitura dei suoi lavori, Lowell acquistava locali di ogni tipo nella sua vecchia Red Oak, ormai ridotta ad una ghost town, e li spostava in questo suo terreno, non molto distante dalla piccola ed ormai disabitata comunità.
Lowell, inconsapevolmente, stava cominciando a costruire la sua personale Red Oak.
Acquistò il general store appartenuto ai suoi genitori, il municipio, una chiesa, un negozio da fabbro, tutto quello che lui riteneva utile per il suo sogno di realizzare un’opera d’arte fuori dagli schemi.
La sua idea era infatti quella di creare qualcosa di simile ad un museo contadino, una fattoria con strutture funzionanti che avrebbe avuto il compito di raccontare la vita di campagna.
Tuttavia, col passar del tempo, quel museo era ormai diventata una piccola comunità, era diventata la sua vecchia Red Oak, o meglio Red Oak II.
Tutti i soldi che Lowell guadagnava, e con i suoi lavori ne stava guadagnando davvero tanti, venivano usati per acquistare, spostare e restaurare nuove costruzioni.
Ed ogni volta alla sua Charlie diceva “Promesso, è l’ultima che acquisto!”.
Lowell e Charlie vissero in questo splendido spicchio di Missouri per 30 anni, la durata del loro matrimonio.
Le cose ad un certo punto cominciarono ad andare meno bene, sia per il matrimonio, che per gli affari.
La società che deteneva i diritti di vendita delle sue opere aveva dichiarato bancarotta, motivo che fece cadere Lowell in una nuova depressione.
Un giorno arrivò addirittura a dar fuoco al suo studio, l’ambiente nel quale tutte le sue opere venivano pensate e realizzate.
Con freddezza e distacco dette fuoco alla lettera con la quale la società detentrice dei diritti di vendita delle sue opere dichiarava bancarotta e la lasciò cadere sui suoi lavori, dopodiché si sedette poco distante sorseggiando una tazza di caffè e guardando il frutto di anni di lavoro trasformarsi in una nuvola di fumo.
Nei giorni seguenti tentò perfino il suicidio.
Il suo lavoro era fermo, il suo matrimonio finito; Lowell toccò uno dei punti più bassi della sua vita.
Ma anche questa volta si rialzò e di li a poco conobbe l’ennesima svolta nella sua vita.
Un suo caro amico gli regalò un viaggio nelle Filippine, un paese che questo amico conosceva benissimo.
Fu un viaggio determinante per un nuovo ritorno alla vita di Lowell.
Incontrò il suo nuovo amore, Rose, la manager di un ristorante dove cenò insieme al suo amico, una donna di 25 anni più giovane di lui.
Trascorse con lei gran parte di quella vacanza ed una volta tornato a Red Oak II, il suo amico riuscì a farle ottenere un visto per gli USA e ricongiungere il loro amore.
Lowell sposò Rose nel 2003 e riprese la sua attività di pittore.
Rose e Lowell vivono tutt’ora insieme a Red Oak II, lei gestisce i contatti con i fornitori, il sito web e la vendita delle opere del marito.
Le splendide costruzioni di Red Oak II sono state singolarmente vendute a privati e per loro si sono riservati quella preferita da Lowell, la Belle Star House.
Red Oak II è un affascinante tuffo nel passato, una piccola comunità che può sembrare una ghost town, ma non lo è.
Red Oak II è viva.
E’ il frutto della passione di un artista visionario, di un uomo che ha vissuto tante vite.
Red Oak II è un posto magico, una delle esperienze più belle di un viaggio lungo la Route 66.
E Lowell è un personaggio unico, un’ultra ottantenne dalla vita movimentata che lo ha portato a girare il mondo.
Ma il suo cuore non lo ha mai fatto allontanare dalla sua Red Oak II, una cittadina che non esiste, un piccolo angolo di paradiso non molto distante dalla US Highway 66.
“La camera da letto al piano superiore di una vecchia fattoria è stata testimone del mio primo respiro; era una bellissima notte di Giugno nel periodo in cui si raccolgono le ciliegie.
Il dottore chiese ai miei genitori 10 dollari per farmi nascere, e, durante gli anni della mia gioventù, sono convinto che mia madre tante volte abbia considerato l’ipotesi di chiedermi i soldi indietro.”
Lowell Davis.













Aggiornamento Novembre 2020:
Lo scorso 2 novembre Lowell Davis ci ha lasciato.
Aveva 83 anni.
Durante il mio incontro con lui nel 2018 scherzando mi disse che il suo posto preferito di Red Oak II era il piccolo cimitero perché presto avrebbe riposato li.
Era un personaggio ironico, una persona che ha vissuto tante vite e tutte al massimo.
Ci lascia Red Oak II, la sua più bella opera d’arte.