1 Settembre 2019. Route 66: “Carlinville – Chicago”
Il tempo lungo la Route 66 non basta mai, le giornate sembrano volare via.
Dopo colazione ho lasciato la splendida Carlinville in direzione est, per l’ultimo intenso tratto della Mother Road.
Subito la Turkey Tracks di Nillwood, lungo lo splendido tratto pre 1930, e soprattutto lei: la Auburn Brick Road, la bellissima strada in mattoni rossi.
Ma c’era un appuntamento a cui, questa volta, non potevo mancare ed era con Penny una spledida persona della Route 66 con la quale mi sarei già dovuto incontrare lo scorso anno ma, per via del poco tempo a disposizione, il giorno nel quale percorsi questo tratto l’incontro saltò.
L’appuntamento era per stamattina in un diner di recente costruzione ma dalle straordinarie ambizioni: il Motorheads di Springfield.
Un diner molto bello, grande, in continua evoluzione e dove si mangia bene.
C’è anche un museo che raccoglie tanti cimeli della Route accanto al locale.
Incontrarsi di persona dopo essersi conosciuti su Facebook è sempre emozionante. Sembra di conoscersi da anni anche se non ci si è mai incontrati.
Abbiamo trascorso una piacevole ora mangiando e chiacchierando della Route e della sua gente.
Avrei potuto stare di più, ma la strada da percorrere era tanta ed il tempo, come sempre, sulla Route non basta mai.
Abbiamo ripreso il viaggio incrociando le bellissime icone che questo tratto della vecchia highway custodisce.
L’Illinois a mio parere ha le più belle stazioni di servizio della Route 66, e rivederle, anche se per la quinta volta, è davvero sempre una gioia per gli occhi e per il cuore.
E poi ancora il Gemini Giant, uno dei più famosi muffler men della Route 66, con il suo Launching Pad Drive In riaperto da poco come diner.
Anche qui la splendida magia dell’incontro dopo l’amicizia virtuale di Facebook si è ripetuta.
Holly la proprietaria del locale, assieme al compagno, è da un po’ tra le mie amicizie di Facebook ma non ci eravamo mai incontrati prima.
Vedendomi girovagare nell’area dedicata al gift shop, si è avvicinata chiedendomi di dove fossi, ed è allora che le detto chi ero e se si ricordava di me.
È stato un altro bell’incontro.
E poi… E poi ho salutato ancora una volta la “mia” Route 66, il viaggio è giunto al termine.
Ma ormai so che è solo un arrivederci.
Non riesco a stare lontano per troppo tempo da questa strada e dalla sua gente.