“Chi sceglie la Route 66 come meta del proprio viaggio, è consapevole che la sua storia è ovunque lungo la strada.”
David Clark, scrittore
Essere accolti da Connie, la proprietaria del Wagon Wheel Motel di Cuba con:
“Welcome to the worldwide famous photographer” fa sorridere e fa piacere.
A dicembre si innamorò di due foto che scattai anni fa al suo motel, mi chiese se poteva usarle per una pubblicità e glie le mandai in alta definizione.
Quest’anno, complice i gruppi Facebook, sono sempre stato accolto da gente che mi conosceva attraverso le mie foto.
Mi sono sentito davvero molto coccolato dal popolo della Route 66.
La giornata è stata di quelle defatiganti.
Sveglia come di consueto all’alba, per approfittare della splendida luce ed immortalare il Munger Moss nel suo massimo splendore, un abbraccio ancora più forte di quello dello scorso anno con Ramona e poi via verso est.
Dopo una tappa da Jax, una bravissima fotografa di Waynesville che ho da anni tra le mie amicizie di Facebook (l’ennesimo piacevolissimo incontro di questo viaggio), arrivo al “Trail of tears memorial”, un luogo magico costruito da un tal Larry Bagget su un territorio sacro per gli indiani, quello della loro deportazione verso l’Oklahoma.
Un posto davvero singolare appena riaperto al pubblico ma ancora in corso di restauro.
E poi il Bob’s Gasoline Alley.
Le parole non bastano per descrivere questo posto.
È la quintessenza della passione, il collezionismo portato a livelli maniacali.
Pompe di benzina, insegne al neon, modellini di automobili, vecchi frigoriferi.
Tutto rigorosamente originale raccolto in 14 anni di ricerche in giro x gli USA da Bob, un personaggio surreale.
Ed infine, dopo la bellissima accoglienza di Connie, un giro per Cuba sbirciando tra i suoi murales.
Mentre scrivo sono sdraiato sotto il portico dell’appartamento, un vento fresco mi avvolge e sembra suggerirmi le parole.
In lontananza un lieve sibilo di una canzone che non riesco a riconoscere.
Si, sto davvero bene qui, lungo la mia US Highway 66.