“Una delle insegne più famose al mondo è un semplice scudetto della Route 66.”
Joe Sonderman, scrittore
Partiamo dalla fine:
Entrare nella stanza del Boots Court di Carthage in Missouri, trovare una vecchia radio accesa che trasmette musica anni 50 non ha prezzo.
Un’altra giornata intensa, come piacciono a me quando sono sulla Route 66.
Cominciamo con la visita alla gallery di Jerry McClanahan, una tappa immancabile per ogni roadie della Route 66, se non altro perché grazie a lui la si può percorrere senza errori.
Ma lui non è solo questo.
E’ un artista straordinario che attraverso i suoi disegni racconta il tempo in cui la Route 66 era la Main Street of America.
Con lui questa volta c’era Mariko, sua moglie che dopo un anno e mezzo di burocrazia (tutto il mondo è paese) è riuscita a raggiungerlo dal Giappone.
Una bellissima coppia di appassionati della Route 66.
Siamo stati davvero tanto li nella gallery a parlare un po’ di tutto, a sentire i racconti su come i suoi quadri prendono vita.
Il tempo con lui è sempre ben speso.
Ripartiamo in tarda mattinata, direzione est.
Sapulpa ed il suo Heart of Route 66 Auto Museum, l’eterno Rock Cafè di Stroud, la Blue Whale di Catoosa e le splendide stazioni di servizio di Commerce sono state tra le immancabili tappe di oggi.
Ma l’apice è stata la straordinaria ed immortale Ribbon Road, il vecchio tratto di strada che un tempo collegava Miami ad Afton.
Le prime due volte che l’ho percorsa anni addietro era stupenda.
Un piccolo nastro di asfalto cinto da cordoli bianchi che si snodava tra la campagna dell’Oklahoma, mentre lo scorso anno avevo temuto che gli americani, spesso poco attenti alla loro storia, l’avessero definitivamente uccisa: era completamente ricoperta di ghiaia.
Ho letto successivamente che è un modo che usano per preservarla dal freddo e dalla neve che spesso d’inverno colpisce quella zona.
In effetti lo scorso anno percorsi la Route 66 a Maggio, ed era ancora “sotto protezione”-
Questa volta si è invece manifestata in tutta la sua bellezza.
Complice il sole, che cominciava il suo lento coricarsi, ed il verde intenso dei campi circostanti, il fascino di quel vecchio nastro di asfalto era irresistibile.
Ed ora sono qui, al Boots Court di Carthage.
Ho spento la radio che con a sua musica, così adatta alla Route 66, mi ha accompagnato nella scrittura di questo diario di viaggio.
Sono in Missouri quindi, il mio Missouri.
La Route 66 da queste parti è poesia.