Route 66. I suoi nicknames

Pubblicato: novembre 17, 2015 in Route 66

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Mother Road, The Great Diagonal Way, Main Street of America, Will Rogers Highway, e perfino Bloody 66.

Questi sono alcuni dei soprannomi che negli anni sono stati attribuiti alla US Highway 66.

La US 66 è “The Great Diagonal Way” per il suo avanzare in diagonale da Chicago ad Oklahoma City, a differenza di gran parte delle altre highway “est-ovest” che solitamente correvano dritte e parallele.

La US 66 è anche “The Main Street of America” ovvero il nome utilizzato da Cyrus Avery per la promozione dei viaggi sulla US 66 negli anni successivi alla sua costituzione.
Avery era un imprenditore nativo della Pennsylvania, trasferitosi successivamente a Tulsa in Oklahoma, ed è considerato il padre della US 66, colui che volle fortemente un’highway da Chicago a Los Angeles e colui che scelse il 66 come nome.
Costituì, dopo la nascita della US 66, un’associazione (la US Highway 66 Association) che inizialmente si occupava di seguire la pavimentazione completa della strada (pavimentazione terminata alla fine degli anni 30) e successivamente di promuovere i viaggi lungo di essa pubblicizzandola, appunto, come “The Main Street of America”.

La US 66 è la “Will Rogers Highway”, in onore di un attore e comico americano che molto viaggiò sulla 66, lungo la quale ha anche organizzato alcuni suoi spettacoli. Una targa in suo ricordo è presente a Santa Monica, tra la Ocean Ave. ed il Santa Monica Blvds.

E’ stata anche, in alcuni suoi tratti, la“Bloody 66”, a causa dei frequenti incidenti che si verificavano.
Con l’enorme aumento del traffico automobilistico negli anni 50, alcuni tratti della US 66 divennero estremamente pericolosi e densi di incidenti. Spesso i viaggiatori “ingaggiavano” piloti esperti per la paura di percorrere quei tratti di strada (ad esempio il tratto da Kingman a Oatman).

Ma il più importante, il più noto e forse il più caro al popolo della Route 66 è “Mother Road”, Strada Madre.

La US highway 66 è stata la strada che ha “condotto” verso la California migliaia di Okies, così venivano definiti, con disprezzo, coloro che fuggivano dalla miseria durante il dust bowl, le terribili tempeste di sabbia che colpirono negli anni 30 l’Oklahoma, il Kansas, il Texas e l’Arkansas.
La gente fuggiva dalla propria terra natia ed andava verso ovest alla ricerca di un futuro migliore e la US 66 si prendeva cura di loro.
Fu lo scrittore John Steinbeck ad attribuirgli quel soprannome, Strada Madre appunto.
Nel suo “Furore” (“The grapes of wrath”), il romanzo che raccontava questa grande e terribile migrazione, Steinbeck scriveva:

“La Route 66 è la principale strada migratoria.

La 66, lungo sentiero d’asfalto che attraversa la nazione, serpeggiando dolcemente su e giù per la carta, dal Mississippi a Bakersfield, attraverso le terre rosse e le terre grigie, inerpicandosi su per le montagne, superando valichi e planando nel deserto terribile e luminoso, e dopo il deserto di nuovo sulle montagne fino alle ricche valli della California.

La 66 è il sentiero di un popolo in fuga, di chi scappa dalla polvere e dal rattrappirsi delle campagne, dal tuono dei trattori e dal rattrappirsi delle proprietà, dalla lenta invasione del deserto verso nord, dai turbinosi venti che arrivano ululando dal Texas, dalle inondazioni che non portano ricchezza alla terra e la depredano di ogni ricchezza residua. Da tutto ciò la gente è in fuga, e si riversa sulla 66 dagli affluenti di strade secondarie, piste di carri e miseri sentieri di campagna.

La 66 è la strada madre, la strada della fuga.”

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