Tratto | Grants – Tucumcari |
Data20 | 20/08/2018 |
Hotel | Blue Swallow Motel |
Costo | 96,31$ |
Km Percorsi | 463 |
La Route 66 è una strada ad alto contenuto emozionale.
La sua storia, la sua gente, le sue icone, non possono lasciare indifferenti.
È un microcosmo, un piccolo affascinante paese all’interno di una nazione esageratamente grande.
E’ un salto indietro nel tempo, e lo è non solo per la presenza di strutture storiche che richiamano un passato che anche gli stessi americani cominciano a rimpiangere, ma lo è per i rapporti umani che al giorno d’oggi, al di fuori di quel contesto, sono assai più freddi.
Emozione e passione quindi, come la mia per questa striscia d’asfalto e cemento e per una delle sue icone più belle: il Blue Swallow Motel di Tucumcari.
Era la tappa di giornata e, come le altre volte, la più attesa del viaggio.
Era la mia quinta volta in quel motel che amo follemente.
Ho lasciato presto il Sands Motel, non prima di aver fatto i complimenti al gestore per come lo tiene in vita.
E’ stata veramente una piacevole sorpresa e la mia sensazione sarà poi confermata da altri roadies che ho incontrato più avanti durante il viaggio.
Ho ripercorso il breve tratto di Route 66 all’interno della piccola comunità di Grants, per fotografare alcune insegne di locali storici ormai dismessi.
Ne avevo già scattate tante in passato, ma ogni volta che rivedo le mie foto penso sempre che avrei potuto scegliere una diversa prospettiva.
Forse è solo una delle tante scuse che trovo per tornarci, come se dovessi giustificare a me stesso il perché dei miei viaggi sulla 66.
Il tratto di avvicinamento a Tucumcari è stato, almeno nella prima parte, ad ovest di Albuquerque, molto bello.
La Route 66 in questa zona si sviluppa nel rispetto dello splendido paesaggio che la circonda, aggirandolo dolcemente senza alterarne la bellezza.
Si passa per la Dead Men’s Curve, una curva a gomito un tempo oggetto di preoccupazioni da parte dei viaggiatori, e, poco più avanti, accanto alla Owl Rock, una roccia a forma di gufo che rende quel tratto molto suggestivo.
Siamo riusciti ad entrare ad Albuquerque per l’ora di pranzo giusto in tempo per un ottimo hamburger da quello che probabilmente è il diner più famoso della Route 66:
il 66 Diner.
Non è un diner storico, risale agli anni 80 e sorge dove un tempo c’era una stazione di servizio della Phillips 66, ma la sua splendida fisionomia richiama direttamente gli anni 50 e per questo è estremamente accattivante.
E’ stata una giornata tranquilla, fino all’arrivo al Blue Swallow Motel.
Ogni volta che la tappa di giornata mi porta al Blue Swallow sono solito indossare la sua maglietta, è uno dei tanti miei rituali.
L’arrivo al motel è sempre emozionante, ma questa volta, grazie ad una piacevole sorpresa lo è stato ancora di più.
Sono entrato lentamente a Tucumcari, come al solito ascoltando una canzone presa da “Cars” (Find yourself di Brad Paisley) e, questa volta, filmando il mio arrivo al motel.
Il saluto di Nancy e Kevin, i proprietari del Blue Swallow, è stato come sempre caloroso.
Mi sento a casa ogni volta che ci torno.
Le tantissime storie che ho letto sul motel, sulla sua storica proprietaria, Miss Lillian Redman, l’atmosfera così irresistibilmente retrò, fanno ormai fa parte di me.
E la cordialità e l’amicizia di Nancy e Kevin rendono le mie emozioni ancora più intense.
Tutti i miei viaggi lungo la Route 66 li ho “costruiti” partendo dal Blue Swallow ed aggiungendoci tutto il resto.
Kevin, prima di darmi la chiave della stanza, è solito descrivermi le novità che nel corso dell’anno ha apportato al motel e poi mi da appuntamento a quando avrò un po’ di tempo per fare quattro chiacchiere.
Questa volta, stranamente, ha voluto accompagnarmi, e mentre camminavamo verso la stanza numero 12 mi spiegava che li dentro avrei trovato qualcosa che una persona di mia conoscenza, che aveva soggiornato nel motel a giugno, aveva chiesto a lui di lasciarmi.
Accanto al letto ho trovato infatti una bottiglia di Chardonnay immersa nel ghiaccio con un biglietto nel quale c’era il ringraziamento di due ragazzi ai quali avevo dato dei consigli per il loro viaggio lungo la Route 66.
E’ stata un’emozione pazzesca.
Ho postato immediatamente su Facebook un video per ringraziarli dello splendido gesto, dopodichè ho pensato che quella bottiglia andava consumata con coloro che di questo motel mi hanno fatto innamorare, Nancy e Kevin.
E così ho fatto.
C’era un po’ di gente nella lobby, abbiamo quindi aspettato un po’ prima di aprire la bottiglia e di brindare assieme a loro.
Sono stati momenti che non dimenticherò mai.
Abbiamo riso, scherzato, abbiamo trascorso diverso tempo all’interno della lobby.
Lo Chardonnay della California era davvero ottimo, e così a digiuno aveva agevolato la propensione allo scherzo.
Ci siamo scattati foto, registrato un breve video, ed alla fine siamo tornati in stanza.


Ma appena ho aperto la porta della lobby una ragazza è venuta verso di me dicendomi: “proprio te cercavo, se sono qui è grazie a te e volevo ringraziarti di persona”.
Era un’altra ragazza alla quale avevo dato qualche consiglio per il suo viaggio lungo la Route 66 ed avendo visto il video di ringraziamento postato su Facebook aveva capito che anche io ero al motel.
Anche con lei ed il suo ragazzo abbiamo trascorso un po’ di tempo, li fuori, sotto lo splendido neon del Blue Swallow Motel.
Ed infine, una volta calato il sole, sono riuscito a svincolarmi da tutte quelle emozioni ed ho cominciato a dedicare un po’ di tempo a me ed alle mie foto.
Sono rimasto davanti allo splendido neon del Blue Swallow fino a quando è rimasto acceso, scattando come al solito un’infinità di foto.
Ormai credo di averlo immortalato in tutti i modi.
Ho registrato anche un paio di video che avrei montato in seguito per le mie “dirette” dalla Mother Road ed infine, quando proprio non ce la facevo più, sono entrato in stanza per chiudere una fantastica giornata.
E’ stato in assoluto il giorno più bello del viaggio, un crescendo pazzesco di emozioni.
Essere lontani da casa e sentirsi a casa.
Questo è il Blue Swallow Motel, questa è la magia della Route 66.
Ho dormito poco, come sempre, perché dopo il tramonto, splendido come solo la Route 66 sa regalare, c’era da fotografare anche l’alba.
Le notti sono sempre molto brevi al Blue Swallow Motel.













































