“Viaggiare è come comprare una lingerie vivace, delle riviste trash, un gadget per la cucina o degli accessori per la macchina: nessuna di queste cose è necessaria, ma tutte rendono la vita un po’ più interessante.
Questo vale anche per la vecchia Route 66.”
Tom Snyder, scrittore e fondatore della US Route 66 Association
Oggi è partito il mio quarto viaggio lungo l’intero percorso della Route 66.
Sarà verso est, al contrario.
Sono quindi arrivato dopo diverse ore di volo a Los Angeles, nel posto dove ho terminato le mie precedenti tre volte.
È come riavvolgere il nastro, riascoltare un disco che adori ma con le canzoni in una sequenza diversa.
Il percorso tradizionale è quello da Chicago a Los Angeles (westbound), perché la migrazione ai tempi della grande depressione e del dust bowl portava gli americani, verso ovest, perché nel dopo guerra si andava in vacanza in California, perché banalmente le “Numbered Higways” nel 1926 vennero concepite così, da est ad ovest.
Dopo 3 volte che l’ho percorsa in questo modo ho voluto cambiare, e per un abituninario come me non è un cambiamento da poco.
Non ho mai amato particolarmente le città americane, e Los Angeles non è tra quelle in cui preferisco andare, ma ormai qui mi sento a casa, la Route 66 virtualmente finisce poco più giù.
La targa di Will Rogers, il pontile con il cartello che dal 2009 segna la fine virtuale di un’highway che esiste solo nel cuore degli appassionati come me, l’ultimo negozio dedicato a Bob Waldmire alla fine del pontile.
Tutto questo è stato il mio breve pomeriggio a Santa Monica, mentre il telefono riceveva messaggi da amici che vedrò più avanti lungo la Strada.
Sono di nuovo qui, ed è stupendo.
Quello che per molti, ed anche per me in passato, è l’End of the trail, per me questa volta è l’inizio del mio quarto viaggio nel tempo.
Il video di oggi: