Route 66. “Meet me on 66”

Pubblicato: ottobre 31, 2017 in Route 66

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Lungo la Route 66 il contatto con gli altri viaggiatori è molto frequente.

E’ l’elemento in più, l’aspetto che rende questo viaggio diverso da qualsiasi altro On the Road.

Si incrociano persone provenienti da ogni parte del mondo con le quali si condivide l’entusiasmo per quello che si è visto lungo quello splendido sentiero di asfalto e cemento.

La Strada ricambia sempre l’amore che riceve dai viaggiatori, è prodiga di sorprese ed una mattina di agosto del 2015, mentre percorrevo con mia moglie uno dei suoi tratti più belli, la Route 66 ha dato il meglio di se, come solo lei sa fare.

Ero in Oklahoma intento a fotografare la magnifica Ribbon Road ed accanto a me due bikers erano fermi per lo stesso motivo.

Iniziammo chiacchierare, a scambiarci pareri sulla Strada già percorsa e su quella ancora da affrontare.

Erano del Missouri e con le loro Harley stavano viaggiando, per la prima volta, su un pezzo di Route 66 fino in New Mexico; io ero al secondo viaggio.

Sapevano poco della Mother Road, nonostante non vivessero molto distanti dalla Strada, e rimasero sorpresi dalla mia passione per quella che per loro, fino a quel momento, era solo una strada piena di vecchie cose e “greasy spoons”.

Dopo qualche minuto ci salutammo e proseguimmo ciascuno per la propria strada.

Nel tardo pomeriggio ci fermammo al Tally’s Cafè di Tulsa per uno spuntino; le giornate sono sempre molto lunghe sulla Mother Road e spesso l’entusiasmo ti fa saltare il pranzo.

Ordinammo 2 sandwiches, ma dopo un po’ la cameriera tornò da noi con due enormi coppe gelato.
Le feci notare di non averle ordinate ed a quel punto lei indicò un tavolo con due persone una delle quali si stava sbracciando per salutarmi.

All’inizio non lo riconobbi, poi mi resi conto che era Brian, uno dei due motociclisti che avevo incontrato la mattina, quello con cui avevo parlato di più.
Vedendoci entrare nel locale pensò di farci una sorpresa offrendoci un gelato.

Ed in effetti fu una bellissima sorpresa.

Scambiammo ancora 4 chiacchiere, ci scattammo una foto insieme e ci salutammo di nuovo.

Dopo 3 giorni lo incontrammo ancora, casualmente, davanti al Blue Swallow, mentre cercava, invano, una stanza nel meraviglioso motel di Tucumcari.

Fu un nuovo divertente incontro.

Era sera e stavamo rientrando in camera mentre lui usciva dalla lobby del motel; scoppiammo a ridere appena ci siamo riconosciuti.

Sembrava come se la Strada volesse a tutti i costi far nascere una nuova amicizia lungo il suo percorso.

Passammo la serata a passeggiare lungo il tratto di Route 66 che taglia Tucumcari, mi mostrò la sua Harley descrivendomi gli adesivi che la ornavano, molti dei quali erano della compagnia dei vigili del fuoco a cui apparteneva.

Al termine della serata ci salutammo non prima di esserci scambiati gli indirizzi mail.

Non ci saremmo più incontrati durante quel viaggio perché il giorno dopo sarebbe tornato a casa, in Missouri.

Da allora abbiamo iniziato a scriverci, mi racconta dei suoi viaggi con la famiglia lungo la Mother Road, dei colori dell’inverno, del candore della neve intorno a quella striscia d’asfalto.

Nel 2016, sempre ad Agosto, ho percorso ancora la Route 66 e ci siamo dati appuntamento a Tucumcari, sempre davanti al Blue Swallow Motel.

Abbiamo cenato insieme al Del’s Restaurant, un locale storico di Tucumcari, insieme a sua madre ed alla figlia piccola.

Ci fu un simpatico episodio quella sera.

La mamma, una dolcissima signora, gli sussurrò di chiedermi come mai io che venivo dall’Italia, conoscessi la Route 66 e me ne fossi appassionato.
Era stupita che uno straniero potesse avere una passione per lei così singolare.

Ci salutammo dandoci appuntamento a quest’anno (2017) a maggio, sempre lungo la Route 66, ma purtroppo le date del mio viaggio non combaciavano con i suoi giorni di ferie.

Ma ci si incontrerà ancora lungo la vecchia Strada che, nel frattempo, ha iniziato inaspettatamente ad appassionarlo; mi ha infatti confidato la sua intenzione di aprire un’attività lungo la Route 66 insieme ad un suo amico.
Alla fine il mio entusiasmo per qualcosa che tutto sommato apparterrebbe più a lui che a me, lo ha contagiato.

Quel “vecchio sentiero d’asfalto” trasuda passione, coinvolge e sorprende.

A Brian ha regalato la consapevolezza di vivere accanto ad un pezzo importante della storia del suo paese ed a me una bella amicizia.

E’ questa la magia della US Highway 66.

 

commenti
  1. […] che, come me, stavano percorrendo la Mother Road, come Brian, il pompiere del Missouri, che alla fine si appassiona ad un pezzo della storia del suo paese che […]

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