Una delle pagine più amare del grande libro della Route 66, è quella che racconta la grande migrazione verso il west negli anni 30 del secolo scorso.
La fuga di migliaia di persone dagli Stati Uniti centrali verso la California in cerca di un lavoro e di un futuro migliore.
John Steinbeck, che ha ambientato il suo romanzo “Furore” in quegli anni, ha raccontato la terribile condizione di vita di quella gente, descrivendo la fuga verso ovest della famiglia Joad.
Una fuga attraverso quella che lui per primo definì la “Mother Road”.
Per identificare quel terribile periodo si usa il termine Dust Bowl.
Ma cosa è stato il Dust Bowl?
Il Dust Bowl, (letteralmente “Ciotola di polvere”) identifica, negli anni 30, un periodo durato circa 10 anni, durante i quali il territorio delle grandi pianure fu colpito da una terribile siccità e da frequenti tempeste di polvere.
Gli stati principalmente coinvolti furono il Colorado, il Kansas, il Texas, l’Oklahoma ed il New Mexico.
A causa di una sbagliata applicazione delle regole base dell’agricoltura, della mancata rotazione nelle colture e dello sfruttamento estenuante del terreno, questo divenne talmente arido da trasformarsi in sabbia.
La domanda di grano era in forte crescita dopo la prima guerra mondiale e conseguentemente sempre più appezzamenti delle verdi praterie, solitamente dedicati al pascolo, venivano arati e coltivati a grano.
L’erba veniva sistematicamente sradicata e non vi erano più radici a trattenere quel terreno.
La siccità ed i forti venti che colpirono quelle zone generarono, con una frequenza impressionante, delle vere e proprie tempeste di sabbia.
Tutto veniva costantemente inghiottito dalla polvere e non c’era modo per sopravvivere se non abbandonare la propria casa e fuggire.
Non era più possibile mangiare, bere e perfino respirare in quelle condizioni.
Sono molti i video e le foto disponibili in rete che documentano la catastrofe ambientale di quegli anni.
Per avere un’idea di quello scenario apocalittico si può vedere l’inizio del film di fantascienza “Interstellar” del 2014, poiché il regista si è apertamente ispirato al Dust Bowl.
Ma ovviamente la situazione degli anni 30 fu terribilmente più drammatica.
La gente in fuga (gli Okies, termine dispregiativo con il quale questa gente veniva solitamente chiamata), con mezzi di fortuna e le poche cose che riusciva a portare con se, intraprendeva un viaggio di sofferenza e di dolore in direzione ovest lungo la Main Street of America.
Un viaggio lungo, estenuante, in condizioni atmosferiche spesso proibitive e con una US 66 ancora non del tutto confortevole.
Il loro sogno di rinascita passava attraverso quel lembo di asfalto e terra e gli atti di grande umanità del popolo che viveva lungo quell’autostrada.
Per loro, per quei disperati, la 66, era “la strada madre, la strada della fuga”.
[…] usciva dalla grande depressione e, soprattutto, in quella zona, dalle terribili conseguenze del Dust Bowl, gli introiti quindi non erano sufficienti alla famiglia per arrivare a fine […]
"Mi piace""Mi piace"