Il modo di concepire le vacanze negli Stati Uniti d’America è profondamente cambiato con il passare del tempo.
Oggi tutto corre veloce, le strade si percorrono per raggiungere una destinazione nel più breve tempo possibile, incuranti di quello che si attraversa; un tempo, invece, la meta del viaggio era la strada stessa.
La strada era attrezzata per soddisfare tutte le necessità, con l’intenzione di far sentire i viaggiatori come a casa propria.
Per anni, la US Highway 66 è stata il simbolo di questo particolare modo di concepire la vacanza: la strada come “destinazione” del viaggio.
A John Lasseter, il boss della Pixar, viene l’idea di organizzare un viaggio come si faceva una volta, come i suoi genitori erano soliti fare durante la sua fanciullezza.
un modo per riscoprire i valori del passato.
Preso dal frenetico mondo dello show business e dai successi delle sue opere, rischia di tralasciare quegli aspetti più elementari che fanno di un uomo una persona felice: la famiglia.
Con il suo camper prende quindi la famiglia e percorre la Mother Road.
Rimane affascinato dal percorso, dai paesaggi, dai vecchi locali, dalle storie e soprattutto dal calore della gente.
Pensa che quel viaggio, unito alla sua passione per le corse automobilistiche, possa essere un ottimo spunto per raccontare una storia nel modo a lui più congeniale: un film di animazione.
Con il suo staff viaggia di nuovo lungo la vecchia Highway, alla ricerca di informazioni, incontrando la gente della Route 66 e lasciandosi coinvolgere dal loro entusiasmo.
Nasce “Cars”, un film di successo che racconta di una moderna macchina da corsa che, nel suo viaggio verso la California per partecipare alla gara della vita, si perde nei meandri di una vecchia cittadina in mezzo al nulla, lungo la Route 66.
Una cittadina abitata da gente semplice che sembra “andare a 3 cilindri”, ma di gran cuore e dalla cordialità unica.
Sembra un salto indietro nel tempo per la giovane automobile da corsa, abituata ai riflettori, al palcoscenico, al clamore.
Incontra Sally, una Porsche, e non si capacita di come una macchina del suo calibro possa aver scelto di vivere li.
Alla fine della storia la giovane macchina da corsa ne esce migliorata.
il contatto con quei curiosi figuri a “3 cilindri” la cambia per sempre; le fa conoscere il valore dell’amicizia e della reciproca assistenza, valori che a lei, ed ai tempi che stava vivendo, sono quasi del tutto sconosciuti.
Cars è uno straordinario tributo al popolo della Route 66 e ad una strada che ha segnato un’epoca.
Guardandolo ne esce intatto il feeling che si percepisce percorrendola, il suo fascino ma anche lo scoramento della gente per essere stata abbandonata, sostituita da qualcosa di più moderno ma il cui fine appare incomprensibile: il sacrificio di intere comunità per risparmiare solo 10 minuti di viaggio.
La Route 66 era nata per unire quello che le moderne interstate hanno successivamente diviso.
Molti sono gli spunti che Cars ha preso da quel “paese lungo 4000 Km”.
Gli slogan, “100% refrigerated air” del Blue Swallow Motel di Tucumcari, il cartello “Here it is” del Jack Rabbit Trading Post a Joseph City in Arizona.
Molti posti riadattati richiamano reali costruzioni presenti lungo la Mother Road, come la Casa della Body Art di Ramon, che nella realtà è il U-Drop Inn di Shamrock in Texas o Il Cozy Cone Motel che è la trasposizione animata del Wigwam Motel di Holbrook (Arizona).
E ancora il Wheel Well Motel ovvero il Wagon Wheel Motel di Cuba (Missouri).
I personaggi stessi derivano dalla fantastica gente della Route 66.
Sally Carrera, la Porsche, il cui carattere deciso e forte è mutuato da Dawn Welch, la straordinaria proprietaria del Rock Cafe di Stroud (Oklahoma).
E poi Fillmore il piccolo van, ovvero il vecchio pulmino Volkswagen di Bob Waldmire, un’artista hippy che ha trascorso gran parte della sua vita sulla Route 66, che è anche stato il proprietario dell’Hackberry General Store in Arizona e la cui famiglia possiede il Cozy Dog Drive Inn a Springfield in Illinois (Il pulmino di Waldmire è ancora visibile nel museo di Pontiac in Illinois).
E Cricchetto, lo “svalvolato” carro attrezzi che ha la sua casa nel Cars On the Route a Galena in Kansas.
Ma tanti altri ancora sono i riferimenti presi come spunto per il cartone; Radiator Springs, la cittadina di Cars, è un insieme di icone della Route 66.
Cars ha significato molto per il popolo della Mother Road.
Il mondo, che sembrava averli dimenticati, ha improvvisamente acceso i riflettori su di loro, ha fornito loro un palcoscenico straordinario sul quale hanno avuto la possibilità di mostrare la differenza che intercorre tra il presente, freddo e consumistico, ed un glorioso passato fatto di cose semplici, di valori che sembrano ormai fuori moda.
La lotta è impari, non si può fermare il progresso, ma, come è accaduto a Saetta McQueen, la giovane macchina di Cars, la Route 66 ti costringe a rallentare, permettendoti di godere del paesaggio e di riscoprire i rapporti umani.
E come ha detto Saetta nel film, “E’ bello rallentare un po’ ogni tanto”.