Arizona – Punti di interesse
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Ed’s Camp
Ed Edgerton, originario del Michigan e trasferitosi agli inizi del 1900 in Arizona per motivi di salute, intuì che avrebbe potuto fare parecchi soldi approfittando del crescente traffico di viaggiatori lungo la Route 66.
Costruì quindi un trading post, un cafè, una gas station ed in genere quello che serviva per dare assistenza ai viaggiatori e nel contempo fare soldi.
E’ sempre stata una proprietà piuttosto spartana, c’era un prato, una veranda e poco più, i viaggiatori potevano fermarsi per dormire nelle proprie macchine, in tenda o nelle proprie roulottes, pagando Ed per lo stazionamento.
Era comunque un’oasi nel deserto ed erano molti i viaggiatori che ne facevano uso per spezzare la fatica del viaggio lungo quel tratto tortuoso della vecchia highway.
Con la dismissione di quel tratto di Route 66, come quasi tutto quello che si trova nella zona, la proprietà di Ed cadde in rovina.
Ed ha vissuto li fino alla sua morte verso la fine degli anni 70.
Oggi è proprietà privata e come tale è bene non avvicinarsi.
Tee Pee Trading Post
Poco dopo aver attraversato la frontiera tra New Mexico e Arizona, si arriva a Lupton dove si incontrano dei coloratissimi trading posts dei nativi americani.
Alcuni di questi sono li fin dalla nascita della Route 66, altri sono stati aperti in tempi più recenti.
Tra questi il Tee Pee Trading Post è uno dei più vecchi, risale al 1926 anno di nascita della vecchia highway.
Le formazioni rocciose di Lupton, dove si trovano questi trading posts, sono anche visibili nel film “Furore” di John Ford (basato sul romanzo di John Steinbeck), nella scena dove la famiglia Joad, con il suo furgone, sta entrando in Arizona ed è fermata alla frontiera per dei controlli.
Querino Dirt Road
In prossimità di Houck, poco dopo i trading posts di Lupton, è possibile percorrere un vecchio tratto della US Highway 66, lasciando temporaneamente la I40.
Questo tratto è denominato Querino Dirt Road, dal nome del canyon in cui si trova, ed è stato in servizio dal 1930 fino alla sostituzione della vecchia highway con la Interstate 40 negli anni 60.
E’ un breve tratto, in parte sterrato, con un ponte, il Querino Canyon Bridge, realizzato nel 1929.
In questa zona di Route 66 non ce n’è molta, il suo percorso è stato quasi interamente sostituito dalla I40 e la Querino dirt Road è uno dei pochi tratti della vecchia highway ancora percorribile.
Petrified Forest National Park & Painted Desert
Dopo il tratto sterrato di Houck si riprende la I40 in direzione Flagstaff e, ad una trentina di km da Holbrook, si incontra l’unico parco nazionale presente lungo il percorso della Route 66:
il Petrified Forest National Park.
Il parco “confina” con la parte finale del Painted Desert.
È un parco molto bello dove si trascorrono piacevolmente un paio d’ore a camminare e fare foto tra gli infiniti colori del deserto dipinto ed i fossili dei tronchi pietrificati.
All’interno del parco fa bella mostra di se la carcassa di una vecchia Studebaker degli anni 30, di fronte ai pali del telegrafo che un tempo accompagnavano il percorso della US Highway 66.
Della vecchia Route 66 in questo tratto non c’è più nulla se non, appunto, i pali del telegrafo e dei cartelli recenti che ne indicano la direzione.
E’ una delle tappe più popolari tra i viaggiatori della Route 66 e non solo.
Wigwam Motel (Holbrook)
Proseguendo verso ovest, dopo poche miglia dal Petrified Forest National Park, si arriva ad Holbrook.
Siamo nella Navajo County, territorio che in precedenza era occupato, appunto, dai nativi americani.
La piccola comunità, la cui nascita risale alla fine del 1800 con il passaggio della ferrovia (tra l’altro il nome Holbrook è preso dal cognome del capo ingegnere della società ferroviaria), è oggi attraversata da un vecchio tratto della US Highway 66 che comincia e finisce sulla Interstate 40.
Holbrook è stata bypassata dalla I40 nel corso degli anni 60.
L’elemento distintivo sicuramente più famoso di Holbrook è il Wigwam Motel, una struttura risalente agli anni 50 e costituita da camere a forma di Teepee.
Il primo Wigwam Village (così si chiamava in origine) fu costruito nel 1933 in Kentuky e successivamente ne furono realizzati altri 6 (per un totale di 7 strutture) in varie parti del paese.
Due di queste strutture, entrambe ancora operative, si trovano lungo la Route 66 (il secondo è in California al confine tra San Bernardino e Rialto).
I Wigwam Motels sono stati presi come spunto dalla Pixar per il motel “Conocomodo” di “Cars” (Cozy Cone nella versione americana), il motel gestito da Sally Carrera.
Globetrotter Lodge
La passione è il sentimento che tiene viva la Route 66.
La passione degli americani per un periodo che non c’è più e per una strada che di quel periodo è stata la regina.
La passione degli stranieri, dei viaggiatori, che sognano, percorrendola, di vivere gli anni nei quali la Strada era la Main Street of America.
La passione che ha spinto una famiglia austriaca a trasferirsi ad Holbrook, in un ambiente completamente diverso da quello di origine.
E’ un po’ il sogno di tutti gli appassionati della Route 66 quello di poter un giorno gestire qualcosa lungo la strada più famosa del mondo.
E la famiglia Hoeller ci è riuscita.
Il Globetrotter Lodge è la denominazione da loro attribuita a quello che negli anni 50 era il Whiting Bros. Motor Hotel e successivamente, fino al 2001, il Sun N’ Sand Motel.
Nel 2010 la famiglia Holler, originaria di Kitzbühel, lo acquista, lo ristruttura e lo restituisce a nuova vita.
Scherzosamente Peter alla mia domanda su come un montanaro potesse scegliere di vivere in un posto climaticamente così diverso, mi ha risposto che non aveva più l’età per sciare e che ne aveva abbastanza della neve.
E’ una famiglia che, come noi, è appassionata della Route 66 che ha percorso diverse volte e lungo la quale ha deciso di trasferirsi per lavorare e vivere.
Il motel è tra i più belli della Route 66 e tra i più quotati tra i viaggiatori, soprattutto americani.
Tutto è molto curato con contrasti tra la tradizione della Route 66 e quella austriaca.
La colazione è tipicamente europea e su ogni tavolino è sempre presente una bandierina del paese di origine degli ospiti.
Una bella storia quella dei proprietari del Globetrotter Lodge, una di quelle che ogni viaggiatore della Route 66 vorrebbe vivere.
Jackrabbit Trading Post
Il Jackrabbit trading post è stato aperto nel 1949 in un’ex fattoria che allevava serpenti.
Era sostanzialmente un negozio che vendeva artigianato dei nativi americani che successivamente ha esteso il proprio business vendendo souvenir in genere.
E’ stato un trading post molto popolare negli anni d’oro della Route 66 ed è diventato famoso per una curiosa forma di pubblicità, fatta di cartelli, posizionati lungo gran parte del percorso della Route 66 partendo da Springfield (MO), che mostravano semplicemente la silouette di una lepre su uno sfondo giallo ed un numero corrispondente alle miglia mancanti alla destinazione.
L’ultimo cartello era posizionato in corrispondenza del trading post e recava, oltre alla solita lepre, anche la scritta “Here it is”, Eccolo qui.
E’ stata una tappa molto frequentata dagli americani che ricordano sempre con nostalgia i tempi della loro infanzia quando erano soliti farsi fotografare a cavalcioni della grossa lepre che campeggia davanti al trading post.
Il famoso cartello del Jackrabbit Trading Post è stato utilizzato anche come spunto dalla Pixar per il suo Cars.
Oggi è il negozio è ancora operativo ed è una delle tappe più popolari tra i viaggiatori della vecchia highway.
Standin’ on the corner park
“Well, I’m standin’ on a corner in Winslow, Arizona
such a fine sight to see
it’s a girl my Lord in a flat-bed Ford
slowin’ down to take a look at me”.
Non è stato semplice per le cittadine un tempo attraversate dalla Route 66 sopravvivere dopo l’apertura delle interstates.
Molte sono di fatto sparite, altre si sono dovute reinventare.
Dal Jackrabbit Trading Post si riprende la I40 in direzione ovest e la si lascia nuovamente per entrare a Winslow.
L’origine di Winslow è datata intorno alla fine del 1800 quando la ferrovia fece tappa da queste parti; la comunità fu bypassata dalla I40 nel 1977, evento questo che, come per altre cittadine lungo la Mother Road, ha avuto effetti molto pesanti per la sua stessa sopravvivenza.
Nel 1999 la comunità di Winslow, sfruttando la popolarità di “Take it easy”, una canzone degli Eagles che la citava, realizzò lo “Standin’ on the corner park“, un angolo che ricostruisce quello cantato nel brano.
In quel “Corner” trovano posto il “flat-bed Ford”, la statua in bronzo di un chitarrista alla quale, nel 2016, se n’è aggiunta una seconda in onore di Glen Frey, cantante e chitarrista degli Eagles autore, assieme a Jackson Browne, di “Take it easy”.
Glen è venuto a mancare agli inizi del 2016.
Al centro dell’incrocio dove si trova il “corner” è inoltre disegnato un enorme scudetto della Route 66.
Poche, semplici cose che un po’ la vita della piccola comunità, destinata, come altre, ad una rapida estinzione, l’hanno cambiata.
E’ l’ammirevole spirito della gente della Route 66.
Gente che è abituata a non mollare.
Geronimo Trading Post
Il Geronimo Trading Post nei pressi di Joseph City fu realizzato nel 1950 anche se l’attuale locale è stato costruito nel 1974.
E’ uno dei pochi trading post che può vantare un’uscita propria sulla Interstate 40.
Nel trading post è anche custodito lo spezzone di albero pietrificato più grande del mondo.
Meteor City Trading Post
Poco dopo Winslow, se si lascia la I40 all’uscita 239 (per poi riprenderla nello stesso punto per proseguire verso ovest in direzione Flagstaff), si arriva al Meteor City Trading Post.
Come si intuisce dal nome, siamo nei pressi del Meteor Crater, un cratere creato dalla caduta di un meteorite qualche milione di anni fa.
Le prime tracce del trading post, e di Meteor City, risalgono al periodo che va dalla fine degli anni 30 all’inizio degli anni 40 del secolo scorso, quando nel terreno di questa zona, per anni caratterizzato da un curioso cartello recante la scritta “Meteor City: population 1”, quest’unico abitante e proprietario cominciò a realizzare una service station ed un trading post.
Questa fantomatica comunità, di fatto ricompresa nel territorio di Winslow, dopo qualche anno passò a “population 2” poiché il proprietario aveva preso moglie, una signora per anni conosciuta con il nickname “la strega della Route 66” per via delle multe per eccesso di velocità che, in qualità di giudice di pace della zona, elevava agli automobilisti che passavano dalle sue parti.
Il Trading post originario fu distrutto da un incendio negli anni 60 e nel 1979 fu costruito quello che ancora oggi è possibile vedere.
Davanti al locale faceva bella mostra di se la “Mappa della Route 66 più grande del mondo”, un bellissimo disegno realizzato dal mitico Bob Waldmire, l’indimenticato artista che ha trascorso la sua vita viaggiando lungo la Strada Madre con il suo minivan Volkswagen.
Dopo il 2012 il trading post è rimasto chiuso per qualche anno per poi essere acquistato nel 2017.
In questo lasso di tempo i vandali lo hanno praticamente distrutto e con lui anche la preziosissima mappa realizzata da Bob.
Il Meteor City Trading Post è stato anche utilizzato come location per una scena di “Starman”, un film di John Carpenter della metà degli anni 80.
Twin Arrows Trading Post
Lasciato il Two Guns e proseguendo verso ovest, poco prima di Flagstaff, si incontrano i resti di un altro trading post:
il Twin Arrows.
Si trova lungo un breve tratto chiuso della vecchia highway (all’uscita 219 della I40) ed è riconoscibile dalle due enormi frecce (le twin arrows appunto), ricavate dai pali del telefono, piantate nel terreno.
Il Twin Arrows Trading Post è stato un diner, un cafè ed una gas station fino alla fine degli anni 90; la sua realizzazione risale agli anni 40 quando si chiamava “Canyon Padre Trading Post”.
Le due enormi frecce sono anche visibili nel film “Forrest Gump”, quando Forrest corre attraverso l’America.
Parks in the Pine General Store
Sono diverse le forme in cui la vecchia highway si presenta al viaggiatore.
Ci sono lungo il percorso tratti in asfalto, cemento, mattoni ed alcuni tratti sterrati come quello che si incontra, per una breve porzione, poco dopo Flagstaff in direzione Williams, un tratto che arriva al “Parks in the Pine General Store” (Parks).
Il locale è datato 1921 ed è stato un cafè, un general store, una gas station e per un certo periodo, sfruttando la sua collocazione strategica per coloro che viaggiavano verso il Grand Canyon, disponeva anche della possibilità di soggiornare.
Oggi è ancora operativo come General Store e come cafè e la sua collocazione nel bosco, in un punto in cui la strada torna ad essere asfaltata, e la sua forma inusuale, tipicamente di montagna, lo rendono estremamente affascinante, molto diverso dalle classiche costruzioni della Route 66.
Siamo su un vecchio tratto della Route 66, anche questo ereditato dalla National Old Trails Road, che è stato anche incluso nel percorso del Bunion Derby, la gara podistica organizzata nel 1928 per pubblicizzare la neonata US Highway 66.
In questa prima parte di Arizona non sono molte le occasioni per percorrere tratti originali di Route 66, la I40 l’ha massicciamente sostituita.
Questo tratto, per chi proviene da est, parte dall’uscita 185 della I40 e termina all’uscita 167.
È uno dei tratti più affascinanti della Route 66 ed il General Store uno dei più belli.
Galaxy Diner
E’ uno dei diners più popolari e frequentati dai viaggiatori, anche da coloro che non necessariamente stanno percorrendo la Route 66 ma che si trovano a Flagstaff come base per le loro visite al Grand Canyon e ad altri parchi della zona.
Ha aperto nel 1952 ed ancora oggi mantiene intatto il suo fascino.
Pete’s Gas Station
L’origine di Williams è datata verso la fine del 1800 quando, come spesso è accaduto per le cittadine lungo la Route 66, la ferrovia fece tappa da queste parti.
Il suo nome deriva da quello di un famoso cacciatore della zona, un tal William “Bill” Williams.
Williams è una cittadina ricca, è il terminale sud della Grand Canyon Railway e si trova ad una ottantina di km circa dal famoso parco; Williams è nota infatti come la “Gateway to the Grand Canyon”.
La Route 66 quindi è solo una delle fonti turistiche della città.
Williams ha cercato di opporsi all’apertura della Interstate 40, che l’avrebbe bypassata, fino a quando non furono realizzate 3 uscite che dalla nuova autostrada conducevano in città.
E’ stata l’ultima cittadina della Route 66 ad essere bypassata dalle Interstates, evento accaduto il 13 ottobre del 1984.
La Pete’s Gas Station è una vecchia stazione di servizio restaurata e trasformata in un piccolo museo della Mother Road.
L’ingresso è libero ed al suo interno si può trovare un gran numero di memorabilia della Route 66.
Cruiser’s Route 66 Cafe
Il Cruiser’s Route 66 Cafe di Williams è uno dei diners più popolari della zona, nello stile degli anni d’oro della Route 66.
Zettler’s Route 66 Store
Lasciata Williams riprendiamo di nuovo la I40.
Ma sarà una delle ultime volte che saremo costretti a percorrere quel pezzo di asfalto senza storia, senz’anima.
Fra non molto la Route 66, quella che ruba il cuore, tornerà più splendente che mai.
Si esce di nuovo dalla odiata interstate per entrare ad Ash Fork, una piccola comunità fortemente penalizzata dalla dismissione della Route 66.
Ma ad Ash Fork, da qualche anno, è tornato in vita sotto una forma diversa un edificio storico degli anni d’oro della vecchia highway, lo Zettler’s Market.
Lo Zettler’s è stata una panetteria aperta negli anni 30 ed operativa, come market, fino agli inizi degli anni 80.
Nel 2016 il locale è stato restaurato e riaperto come gift shop con il nome di Zettler’s Route 66 Store.
E’ una fermata piacevole non solo per i souvenir ma anche per scambiare 4 chiacchiere con Kirk, il suo cordiale proprietario.
Kirk coinvolge sempre i viaggiatori in foto e video girati all’interno del locale che poi pubblica sulla sua pagina Facebook e su youtube.
Lo Zettler’s è chiuso dal 2018 ed è in vendita.
Delgadillo’s Snow Cap Drive-In
La famiglia Delgadillo ha legato indissolubilmente il suo nome a Seligman.
Sullo stesso lato della strada dove si trova il gift shop di Angel, a pochi metri di distanza, c’è il multicolore diner appartenuto al fratello più grande, Juan, lo Snow Cap Drive in.
Il locale fu aperto nel 1953 e, per risparmiare, fu realizzato utilizzando legname di scarto della vicina ferrovia.
Il menù offre “cheeseburgers with cheese” o “hamburgers without ham”, e nel locale campeggia la scritta “Sorry, we’re open”, è un locale goliardico quindi, come lo era Juan, scomparso nel 2004.
Nella parte posteriore del locale c’è un po’ di tutto: macchine d’epoca, cabine del telefono con manichini, water con teste che spuntano, e c’è la famosa macchina, addobbata a festa, con un albero di natale sulla coda, che Juan utilizzava spesso per portare a spasso i clienti con la sua andatura saltellante.
Lo Snow Cap si trova all’ingresso di Seligman, provenendo da est, un bel modo per entrare nella splendida e colorata cittadina.
Historic Seligman Sundries
E’ una delle costruzioni più vecchie di Seligman, risale agli inizi del 1900 ed è stata, negli anni, una sala da ballo, un teatro ed oggi è uno dei più popolari gift shop della Route 66.
Il locale, restaurato nel 2005, è esageratamente colorato e pieno di cimeli, è perfettamente incastonato nella piccola, coloratissima e gioiosa comunità di Seligman.
Osterman’s Shell Gas Station
Le gas stations sono tra i “monumenti” più popolari della Route 66.
Ce ne sono tantissime lungo il suo percorso.
Le più belle, secondo me, le si possono trovare ad est del midpoint di Adrian; le operazioni di restauro, tuttavia a volte esagerate, le hanno comunque riportate al loro antico splendore.
Ce ne sono diverse anche nella parte ovest della Route 66, magari meno appariscenti, ma altrettanto affascinanti.
Una di questa si trova a Peach Springs, tra Seligman e Kingman, lungo il tratto che per primo fu designato come “Historic Route 66”.
E’ la Osterman’s Shell Gas Station, una stazione di servizio appartenuta ai fratelli Osterman.
John Osterman era un marinaio svedese che, agli inizi del 1900, con la sua nave arrivò in Messico dal quale successivamente partì verso la California.
Dopo varie peripezie arrivò a Peach Springs dove, dopo aver lavorato in un ranch, costruì una gas station lungo quella che dopo il 1926 sarebbe diventata la US highway 66.
Successivamente John vendette la stazione di servizio al fratello Oscar il quale fu costretto, agli inizi degli anni 30, a spostare l’attività un po’ più a nord rispetto alla sua collocazione originale, a causa dello spostamento del percorso della Route 66.
Quest’ultima costruzione è quella che ancora oggi si trova ai bordi della Mother Road.
Oggi la stazione di servizio appartiene agli indiani Hualapai ed è inserita nel registro nazionale dei luoghi storici.
Truxton. Frontier Motel e Truxton Gas Station
Da Seligman parte il tratto che per primo si potuto fregiare della denominazione “Historic Route 66”.
E’ un tratto molto bello ma pesantemente penalizzato dall’apertura della I40.
Lo staff della Pixar ha tratto spunto da qui per collocare la sua Radiator Springs mettendo in evidenza il senso di abbandono nel quale versava la piccola comunità di automobili antropomorfe.
Percorrendo questo tratto appaiono evidenti le conseguenze subite dalle comunità lungo la strada a causa della deviazione del flusso di viaggiatori verso la nuova interstate.
Una di queste comunità è Truxton.
Non c’è mai stato molto in verità a Truxton, è abbastanza recente come comunità, si è sviluppata negli anni 50 quasi esclusivamente intorno ad un paio di attività commerciali (un cafè ed una gas station), ma deve il suo nome ad uno dei pionieri che arrivarono in questa zona verso la metà del 1800: il tenente dell’esercito Edward Beale.
Il tenente Beale, fu incaricato di ispezionare il territorio tra New Mexico, Arizona e California, per tracciare un percorso di circa 1000 miglia, divenuto in seguito noto come Beale Wagon Road.
Questo primo tratto di strada tracciato dal tenente Beale sarà in seguito sostituito da una ferrovia, dalla Route 66 e poi dalla I40.
La piccola comunità deve quindi il suo nome alla storpiatura del nome del figlio del tenente Beale, Truxtun, divenuto successivamente Truxton.
Non c’è molto a Truxton, ma quel poco è terribilmente affascinante: uno dei motels storici, il Frontier, operativo a partire dagli anni 50 fino al 2011, e la Truxton Gas Station, una stazione di servizio ancora operativa.
Valentine Station
La Valentine Station è una vecchia stazione di servizio restaurata intorno al 2016 e che, nel corso del 2019 ha aperto come gift shop.
E’ gestita Ruben, da uno degli amici che ho incontrato durante i miei viaggi lungo la Route 66.
Walnut Canyon Bridge
Il Walnut Canyon Bridge di Winona è stato realizzato nel 1924, due anni prima la nascita della Route 66 di cui è uno dei ponti più popolari dell’intero percorso.
E’ chiuso al traffico, come molte strutture di questo tipo lungo la Mother Road, ma è tuttavia uno splendido “monumento” da fotografare.
E’ incluso nel registro nazionale dei luoghi storici.
The Museum Club
La struttura risale agli inizi degli anni 30.
E’ stato un night club, uno studio di registrazione, un posto di ristoro e negli anni 50 è diventato una sala da ballo country.
E’ uno dei locali storici più popolari di Flagstaff e della Route 66.
Miz Zip’s
E’ uno dei diners storici a conduzione familiare più popolari di Flagstaff e della Route 66.
Fu aperto nel 1952 ed è ancora oggi operativo.
De Soto Saloon
Si trova ad Ash Fork ed oOccupa quella che negli anni 50 era una stazione di servizio Texaco, il De Soto Saloon è stato un salone di bellezza ed un barber shop aperto nel 2001 quando la stazione di servizio fu restaurata.
Oggi (2018) il salone di bellezza è chiuso, ma la costruzione rimane una delle più popolari di questa zona per via della macchina, una Chrisler DeSoto posizionata sul tetto.
Copper Cart Route 66 Motoporium
Il Copper Cart è stato uno dei ristoranti storici di Seligman, quello dove si riunì per la prima volta il gruppo di persone, chiamate a raccolta da Angel Delgadillo, che successivamente diventò la Route 66 Association of Arizona.
Oggi il locale è occupato dal Route 66 Motoporium, un gift shop ed un piccolo museo di auto e moto d’epoca.
Supai Motel
Il Supai Motel di Seligman è un motel aperto negli anni 50 ed ancora operativo.
E’ uno del motels storici più popolari della Route 66.
Historic Route 66 Motel
Si trova a Seligman ed è un altro motel molto popolare della Route 66.
La sua famosa insegna è visibile in tantissime foto della Mother Road.
Giganticus Headicus
La Route 66 è una strada lungo la quale è possibile incontrare diversi cimeli che ne raccontano la storia, quella della sua gente ed anche del grande paese che la ospita.
Tuttavia la Route 66 non è una strada “statica”, pur essendo ancorata al suo passato è, fortunatamente, in continua evoluzione, soprattutto da quando è rinato l’interesse dei viaggiatori intorno a questo bellissimo “sentiero di asfalto”.
Ci sono infatti alcune nuove realizzazioni che non hanno molto in comune con la storia della Strada, ma che nel tempo sono entrate a far parte delle tappe di un viaggio lungo la Route 66.
Una di queste si incontra poche miglia ad ovest dell’Hackberry General Store ad Antares in direzione Kingman:
il Giganticus Headicus.
E’ costituito da una enorme testa piantata nel terreno, somigliante ai Moai dell’Isola di Pasqua (ai quali probabilmente l’artista si è ispirato), realizzata nel 2004 da un artista del New Jersey spostatosi a vivere a Kingman agli inizi degli anni 2000.
L’enorme testa, ed il gift shop adiacente, occupano il posto del “Ranchero Motel”, un motel storico realizzato negli anni 60.
La storia quindi si mescola con qualcosa di nuovo, il che rende sempre viva la strada più affascinante del mondo.
Kingman
A Kingman termina il bellissimo ed intenso tratto che per primo ebbe l’onore di fregiarsi della denominazione di “Historic Route 66”, la creazione di Angel Delgadillo e della sua “Route 66 Association of Arizona”.
Ma le emozioni non terminano certo qui.
Kingman è uno snodo cruciale per i viaggiatori che si trovano in questo angolo di Arizona.
Per la sua vicinanza a Las Vegas, al Grand Canyon e per la sua collocazione lungo la strada più famosa del mondo.
La sua nascita è riconducibile alla metà del 1800, ma si trovano evidenze del passaggio dei primi pionieri anche nel secolo precedente.
Il tenente Beale, un militare incaricato di ispezionare il territorio dal New Mexico alla California per la realizzazione di una strada (la Beale Wagon Road, una delle antenate della US Highway 66), fece tappa con la sua spedizione nel territorio dell’attuale Kingman.
Il nome della città è tuttavia riconducibile ad un ingegnere delle ferrovie, Lewis Kingman, anch’esso incaricato, verso la fine del 1800, di ispezionare alcune aree della zona per la realizzazione della ferrovia.
Il Beale Motel, il Mohave Museum of History and Arts, El trovatore Motel ed altri luoghi storici di Kingman proiettano il viaggiatore nel glorioso passato della Mother Road.
Sono diverse le celebrità americane che in qualche modo hanno “incrociato” la città, tra queste spiccano sicuramente Clark Gable e Carole Lombard che alla fine degli anni 30 convolarono a nozze in una chiesa di Kingman.
La città è in continua e costante crescita, grazie soprattutto allo straordinario impegno di Jim Hinckley, il famoso scrittore che tanti libri ha dedicato alla Mother Road (“Route 66 Encyclopedia” ad esempio) e che vive, appunto, a Kingman.
Molti locali stanno ricominciando ad utilizzare le insegne al neon come era d’uso negli anni d’oro della Mother Road e questo grazie all’impegno di Jim.
Adoro quest’uomo che ho avuto il privilegio di incontrare due volte, la prima nel 2016 quando mi invitò ad un party dedicato alla Route 66 (in quell’occasione mi diede la membership ononaria della “Route 66 Association of Kingman Arizona”), e a maggio del 2017 quando abbiamo passato una piacevolissima serata insieme a sorseggiare un ottimo Chardonnay della California.
Ascoltare i suoi racconti sulla Route 66 è straordinario.
La passione unita all’entusiasmo che Jim mette in tutto ciò che racconta è contagiosa, è impossibile non restarne affascinati.
Sono tante le iniziative a supporto della Mother Road che nel corso dell’anno coinvolgono Kingman e che richiamano tanti viaggiatori.
Kingman è un po’ l’emblema della rinascita della Mother Road, la voglia di non mollare, la tenacia e la consapevolezza di essere parte di una bellissima storia.
Mr. D’z Route 66 Diner
Senza dubbio tra le attrazioni più popolari ed affascinanti della Route 66 un posto di primo piano è occupato dai diners.
Alcuni di loro sono arrivati fino a noi dal glorioso passato della Mother Road, del quale riescono a trasmetterne indiscutibilmente il fascino avvolgendo il viaggiatore con i colori e le atmosfere di quegli anni.
Uno tra i più famosi e belli della Route 66 è sicuramente il “Mr. D’z Route 66 diner” di Kingman.
Occupa quello che un tempo era il Kimo Cafè, un’attività aperta verso la fine degli anni 30 e che ospitava oltre a un cafè, una gas station ed un ristorante.
Kimo era l’unione delle prime lettere che contraddistinguevano i nomi Kingman (Ki) e Mojave County (Mo).
Il vecchio Kimo cafè, negli anni 80, fu trasformato nell’attuale Mr. D’z ed è diventato una delle tappe più popolari tra i viaggiatori della vecchia highway e non solo.
Il cibo è ottimo e l’atmosfera, come detto, è terribilmente coinvolgente.
Una tappa sicuramente da non mancare.
I motels ed i diners sono a mio avviso delle splendide “sliding doors” che ci proiettano direttamente negli anni d’oro della colorata ed affascinante US Highway 66.
El Trovatore Motel
E’ un altro dei motel storici tra i più popolari della Route 66.
El Trovatore Motel fu costruito nel 1939 da John Miller, un imprenditore che, agli inizi del 1900, avviò con successo un’attività alberghiera a Las Vegas, il Nevada Hotel (che successivamente diventò Sal Sagev, Las Vegas al contrario, ed infine Golden Gate Hotel and Casino), uno dei più vecchi hotel di Las Vegas.
Miller si trasferì successivamente a Kingman dove realizzò, appunto, El Trovatore Motel.
Buona parte delle stanze disponibili sono a tema (Marilyn, Clint Eastwood, ecc.) e l’atmosfera è quella tipica di un motel della Route 66.
Prima di poter prendere possesso della stanza occorrerà aspettare che il proprietario finisca i suoi interminabili racconti sulla storia di Kingman e del tratto di Route 66 che attraversa la zona.
Ma del resto non si va mai di fretta lungo la Route 66 e quindi si è più che disponibili a trascorrere delle piacevoli mezz’ore ascoltando queste storie.
Cool Springs
Lasciata Kingman, la Strada, l’attuale Oatman Hwy, anche nota come “Bloody 66”, comincia a salire sulle Black Mountains ed arriva a Cool Springs.
Siamo ancora ad est del Sitgreaves Pass.
Cool Springs è una vecchia stazione di servizio che un tempo fu anche un diner ed un motel.
Risale alla metà degli anni 20, esattamente come la vecchia highway su cui si trova, ed alla Mother Road è stato strettamente legato il suo destino, nel bene, negli anni d’oro della Route 66 e nel male quando la Strada fu sostituita, in questa zona, dalla Interstate 40.
È stata una costruzione completamente realizzata con la pietra recuperata dalla zona circostante.
In realtà Cool Springs è stata recentemente ricostruita poiché negli anni 60 fu vittima di un terribile incendio che la devastò.
Agli inizi degli anni 90, Cool Springs fu anche utilizzata come location per alcune scene di “Universal Soldier – I nuovi eroi”, un film con Jean-Claude Van Damme.
Cool Springs ha rappresentato per anni un’oasi per i viaggiatori della Route 66 che si trovavano a percorrere questo tratto di strada complicato ed estremamente pericoloso.
Oggi Cool Springs è un gift shop.
Oatman Hwy
E’ uno dei tratti più belli della Route 66, quello che da Kingman conduce ad Oatman.
La strada prosegue in realtà oltre Oatman, arrivando fino a Topock, ma quest’ultimo tratto è decisamente meno affascinante.
Stiamo percorrendo quella che oggi è chiamata Oatman Hwy ed un tempo era anche nota come “Bloody 66”, in conseguenza dei numerosi incidenti che si verificavano lungo il suo percorso.
Il tratto è infatti denso di curve e sale sulle Black Mountains fino al Sitgreaves Pass per poi scendere verso Oatman in una serie continua di tornanti adiacenti alla scarpata.
Si possono scorgere diversi rottami di automobili gettando lo sguardo a valle.
Negli anni in cui non c’era molta dimestichezza con la guida, le persone che dovevano percorrerla si affidavano a piloti esperti della zona o si facevano trainare.
C’era inoltre un’altra complicazione conseguente al percorso in salita molto ripido.
Le prime automobili non disponevano della pompa della benzina e quindi questa non riusciva dal serbatoio a raggiungere il motore per via della eccessiva pendenza della strada.
Spesso quindi, per ovviare a questo problema e per disporre di una spinta maggiore per superare la salita, i tratti più impervi venivano percorsi a marcia indietro.
Agli inizi degli anni 50 questo tratto di Route 66 fu abbandonato in luogo di un nuovo collegamento con Kingman che passava per Yucca e che oggi è occupato dalla I40, iniziativa questa, che ha penalizzato fortemente Oatman e quelle poche attività commerciali che si trovavano lungo la strada.
Oggi questo tratto di Route 66 può essere equiparato ad una strada di montagna densa di tornanti ma senza particolari difficoltà.
Oatman Hotel
L’Oatman Hotel è la costruzione in mattoni più vecchia della contea del Mojave.
Fu costruito nel 1902 con il nome di Drulin Hotel e, dopo diversi cambi di nome, alla fine degli anni 60 assunse l’attuale denominazione, Oatman Hotel appunto.
La leggenda racconta che l’Oatman Hotel sia stato il luogo dove Clark Gable e Carole Lombard trascorsero la prima notte di nozze dopo essersi sposati a Kingman nel 1939.
Probabilmente le cose non andarono proprio in questo modo ma comunque la leggenda si tramanda intatta nel tempo.
Un’altra leggenda racconta della presenza di fantasmi all’interno delle stanze dell’hotel, che comunque non è più operativo.
Fantasmi della famosa coppia di sposi e di un minatore irlandese che viveva e lavorava ad Oatman.
Leggende a parte, l’Oatman Hotel oggi è un ottimo ed affascinante ristorante con la caratteristica di avere le pareti ed il soffitto coperti da banconote da un dollaro firmate dagli avventori.
Questa tuttavia è un’abitudine iniziata dai minatori che lavoravano in città, ai tempi in cui Oatman era un importante centro di estrazione dell’oro, i quali attaccavano banconote da un dollaro alle pareti da utilizzare nei periodi in cui non avevano soldi per pagarsi da bere.
E’ un bel posto dove consumare un pasto accompagnati spesso da musica dal vivo.
Gli hamburger qui sono ottimi.
Meteor Crater
Il meteor crater è, come dice il nome, un cratere formato dalla caduta di un meteorite circa 50.000 anni fa.
Si trova tra Winslow e Flagstaff ed è una delle attrazioni più popolari della zona.
Grand Canyon Caverns
Sono tra le grotte più grandi degli Stati Uniti, si trovano ad ovest di Seligman in direzione Kingman, lungo il tratto di strada che per primo si potè fregiare del nome “Historic Route 66”.
Le grotte sono visitabili.
Sono anche disponibili una vecchia stazione di servizio, un ristorante, un motel ed un gift shop con souvenir della Route 66.
Running Hare
E’ una scultura in metallo realizzata nel 2015 e posizionata accanto allo storico Beale Hotel.
È un omaggio alla Route 66 dell’artista locale Don Gialanella.
Hotel Beale
E’ un hotel storico della città di Kingman.
Fu realizzato agli inizi del 1900 ed è stato per anni il fiore all’occhiello di Kingman avendo negli anni ospitato artisti del calibro di Clark Gable e Carole Lombard.
La sua vicinanza alla stazione ferroviaria ed alla US Highway 66 ha inoltre regalato all’Hotel anni di splendore.
L’hotel è stato chiuso nel 2012 ed oggi giace abbandonato accanto alla Andy Devine, il nome assunto in città dalla US Highway 66.
Mohave Museum of History and Arts
E’ un museo che si trova a Kingman e che raccoglie e racconta la storia della zona ed ovviamente della US Highway 66.
Painted Desert Trading Post
Il Painted Desert Trading Post è un locale abbandonato da anni in mezzo al deserto in prossimità dell’omonimo parco e della Petrified Forest.
Il Painted Desert Trading Post è un locale che risale agli inizi degli anni 40 ed è stato un gift shop che vendeva prodotti dei nativi americani, un sandwich shop ed una stazione di servizio.
Non c’è mai stata elettricità e servizio telefonico nel locale, la corrente veniva fornita da un gruppo elettrogeno e la benzina veniva erogata attraverso delle vecchie pompe che sfruttavano la pressione atmosferica.
Il trading Post, gestito da Dotch Windsor, è rimasto operativo fino alla metà degli anni 50 dopodichè chiuse ed è rimasto in stato di abbandono per diversi anni.
Nel 2018 un gruppo di appassionati della Route 66, sotto il nome di CO.OP, lo ha acquistato ed ha avviato i lavori di restauro e conservazione della struttura.
Per accedervi ad agosto 2018 ho effettuato una donazione di 10 dollari, ho scaricato un’app per cellulare, mi sono registrato in un sito che mi è stato fornito da Roamin Rich, uno di questi appassionati proprietari della struttura, che mi ha anche guidato tramite sms ad accedere.
L’accesso è possibile attraverso un cancello chiuso da un lucchetto elettronico che per mezzo dell’app scaricata, e delle credenziali precedentemente inserite nel sito, si apre.
La strada che conduce al trading post è sterrata, sono circa 3-4 miglia, ma non è particolarmente impegnativa; i lavori di conservazione riguarderanno anche la strada di accesso.
E’ la vecchia Route 66, attualmente denominata Pinta Rd, un tratto originale della vecchia highway.
Occorre lasciare la I40 all’uscita 320 e percorrere, appunto, la Pinta Rd. fino al cancello.
E’ una delle icone della Mother Road e per anni è stato considerato dagli appassionati “il sacro Graal della Route 66”.
Crookton Overpass
La Route 66 in quanto tale non esiste più se non nei ricordi di chi l’ha percorsa ai suoi tempi d’oro e nel cuore degli appassionati.
Il mosaico di strade che oggi ne ricostruiscono il tracciato hanno spesso nomi diversi e, se non ci fossero gli scudetti sull’asfalto ed a volte i cartelli ai lati della strada, si farebbe fatica a ricondurle al loro glorioso passato di Main Street of America.
Lasciata la piccola Ash Fork si entra nella storia.
Si inizia a percorrere un tratto che da Seligman a Kingman ha rappresentato la svolta nella storia moderna della vecchia highway, fu infatti il primo tratto classificato come “Historic Route 66”.
Ma prima di arrivare a Seligman, lasciata la I40, la Route 66 assume il nome ufficiale di Crookton Rd.
Ad un certo punto la strada attraversa una ferrovia.
Il treno è sempre stato il cardine più importante per le cittadine nate lungo la Route 66.
Questo attraversamento è molto suggestivo, è il Crookton Overpass.
Ai lati di quella che oggi è la strada che si percorre per raggiungere Seligman, c’è un piccolo tratto chiuso della vecchia US Highway 66, un piccolo pezzo di strada transennato con un ponte dismesso nel 1956.
Fermarsi li è sempre rigenerante.
Forse un po’ di amarezza nel vedere quel tratto della gloriosa highway chiuso ed abbandonato a se stesso affiora, ma sappiamo che, nonostante tutto, la vecchia 66 è più viva che mai.
Il silenzio, il senso di pace che avvolge quella zona è rotta solo dal passare dei treni.
Ed attenderli sognando di essere ancora negli anni d’oro della US Highway 66 è un’esperienza assolutamente da provare prima di immergersi nella splendida Seligman.
Rutherford Family Diner
Rutherford Family Diner
E’ uno dei migliori diners lungo il percorso della Route 66, si trova a Kingman in Arizona ed occupa i locali di quello che fino al 2009 è stato il “Silver Spoon Family Reastaurant” ed ancora prima un classico ristorante Denny’s.
L’arredamento è un chiaro richiamo agli anni 50, l’atmosfera coinvolgente ed il cibo è davvero ottimo.
Shaffer Spring Bowl
La Route 66 è custode di tantissime storie che ci raccontano quanto, a volte, difficile e pericoloso sia stato percorrerla.
Una di queste storie è raccontata dalla Shaffer Spring Bowl, una piccola sorgente d’acqua sulle Black Mountains nel tratto di strada che conduce ad Oatman.
Un tratto di strada che negli anni di pionierismo automobilistico era tristemente nota come “Bloody 66” a causa della sua pericolosità.
Negli anni 30 un certo Mr. Shaffer, in occasione di lavori lungo la strada, si accorse della presenza di questa sorgente e realizzò un piccolo muro in mattoni per contenere l’acqua che sgorgava dalla roccia.
E’ singolare trovare una sorgente d’acqua in un posto così arido, ma la sua presenza è stata di enorme aiuto per i primi viaggiatori della vecchia highway.
A quei tempi le macchine erano molto delicate e la salita le metteva a dura prova.
L’acqua di questa piccola sorgente veniva utilizzata per rabboccare il radiatore delle automobili in difficoltà ed anche per rinfrescarsi.
La piccola sorgente era quindi una vera e propria ancora di salvezza.
La gente del posto l’ha, negli anni, “riempita” con pesci rossi che ancora oggi si possono veder nuotare all’interno della piccola sorgente.
Per raggiungerla occorre salire lungo una scala di mattoni facendo attenzione alle api che spesso si trovano interno alla sorgente.
Oggi la Shaffer Spring Bowl fornisce acqua da bere per i muli che popolano la zona.