Route 66 IV. “Eastbound” – 21 Agosto 2018

Pubblicato: novembre 28, 2018 in Route 66

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Tratto Tucumcari – Amarillo
Data 21/08/2018
Hotel Big Texan Motel
Costo 90,85$
Km Percorsi 204

 

Le mie giornate a Tucumcari cominciano molto presto.

L’alba è straordinaria, riesce sempre a mitigare l’amarezza per l’imminente partenza.

Ti lascia a bocca aperta, ti rapisce.

Sono un abitudinario ed a Tucumcari amo ripetere i miei rituali.

Esco dal motel quando il neon è ancora acceso e con la temperatura decisamente fresca, scelgo il lato della Route 66, rispetto al Blue Swallow, dove passeggiare e, con la macchina fotografica al collo, comincio a camminare avvolto dal silenzio di una comunità ancora dormiente.

C’era un po’ di foschia quella mattina che sembrava cercasse invano di tenere a bada i raggi del sole che invece si facevano strada colorando il cielo di un rosso intenso.

Il contrasto con il neon ancora acceso era straordinario.

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A rendere lo splendido panorama davanti a me ancora più suggestivo, ad un certo punto, è apparso un cowboy che, a cavallo del suo destriero, ha iniziato ad attraversare una Route 66 deserta.

Alle sue spalle la scritta “Clint Eastwood è stato qui” rendeva ancora più surreale e suggestivo lo scenario davanti a me.

Meraviglia!

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E’ estremamente rilassante scattare foto alla vecchia highway mentre Tucumcari è ancora nel dormiveglia.

Sembra davvero che il tempo scorra più lento del solito.

I miei rituali della mattina sono proseguiti con la classica colazione dal Kix on 66 e, questa volta, prima di tornare nella lobby del Blue Swallow per le ultime chiacchiere con Nancy e Kevin, sono passato da Gar del Tee Pee Curios, il gift shop che si trova sul lato opposto della vecchia highway rispetto al motel.

Curiosamente durante le mie 5 visite a Tucumcari non ho mai avuto modo di stringere legami particolari con Gar.

Sono entrato diverse volte nel gift shop, ho anche acquistato delle cose, ma da cliente nulla di più.

Nell’ultimo anno invece ho iniziato a chiacchierare con lui tramite Facebook e quindi incontrarsi per questa “nuova” prima volta era emozionante.

E così in effetti è stato.

Siamo stati un’oretta nel locale, abbiamo coinvolto Gar nella nostra solita diretta, gli ho lasciato diverse foto che avevo fatto gli anni precedenti al suo locale e poi ci siamo salutati.

E’ stata una sosta piacevole che mi ha permesso di aggiungere un amico in più alla lista delle splendide persone con le quali mi tengo in contatto quando sono a casa e che incontrerò di nuovo con piacere al mio prossimo viaggio sulla Route 66.

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Il tempo comunque passava ed era il momento di lasciare, a malincuore, Tucumcari ed il Blue Swallow.

Abbiamo trascorso gli ultimi momenti insieme a Nancy e Kevin, scattandoci altre foto prima di salutarci e darci appuntamento al prossimo anno.

Probabilmente però non andrà così, al termine del mio viaggio, una volta a Chicago, ho letto sulla pagina Facebook del Blue Swallow che Nancy e Kevin hanno deciso di mettere in vendita il loro splendido motel.

Gli anni passano, il figlio non ha intenzione di rilevare l’attività ed anzi si è trasferito lontano dal New Mexico presso la famiglia della moglie.

Gestire un motel è un’attività pesante e Kevin ha deciso che era giunto il momento di passare la mano.

Mi è profondamente dispiaciuto ed ho condiviso con loro la mia amarezza, come quella di tantissimi appassionati che hanno commentato la notizia; spero che chiunque rileverà lo splendido motel possa essere alla loro altezza.

Ma sarà dura.

Per quanto mi riguarda perderò degli splendidi punti di riferimento, delle persone che al di la del loro ruolo di gestori del motel mi hanno sempre dimostrato amicizia.

Ci siamo salutati quindi, un saluto, per me, in quel momento inconsapevole.

E con il solito “magone” o lasciato lentamente Tucumcari in direzione est.

Questa volta non ho percorso il tratto sterrato che da San Jon arriva a Glenrio, ho scelto di fare il tratto più recente, anche se a Glenrio ci sarei poi arrivato attraverso la EXIT 0 della I40.

La “prima volta” degli incontri lungo la Route 66 è proseguita con Jerry del Russell’s Truck & Travel Center, uno splendido museo dell’automobile a Glenrio.

Non è solo un museo in verità, ma è anche un market, un diner ed una stazione di servizio.

Anche Jerry non lo avevo mai incontrato nonostante fosse la quarta volta che passavo di li.

E’ tra le mie amicizie di Facebook da tanti anni ma non avevo mai interagito con lui.

Questa volta, dopo aver passeggiato tra le macchine e mentre ero in procinto di uscire, dall’interno di una stanza ho sentito una voce che mi salutava e ringraziava per la visita, ho risposto al saluto e dopo un po’ quella voce mi chiesto: “posso sapere il tuo nome per cortesia?”

Io ho risposto: “mi chiamo Franco”, ed a quel punto dalla stanza è uscito Jerry che mi ha detto: “siamo amici su Facebook da parecchio tempo, ti avevo riconosciuto mentre passeggiavi nel locale!”.

Abbiamo cominciato a ridere ed abbiamo passato un po’ di tempo a parlare della Mother Road e del viaggio che stavo facendo.

Un’altra bella persona della Route 66.

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Dopo aver lasciato il locale ho letto una notifica di Facebook dove Jerry avvisava un altro roadie del mio arrivo.

La Route 66 è una splendida famiglia.

Dopo la deviazione per Glenrio, che pur nella sua desolazione trovo sempre splendida, sono arrivato al Midpoint di Adrian.

Era strano arrivarci dalla parte opposta.

Di solito quando arrivo li cominciano le riflessioni sugli splendidi posti attraversati, quelli ad est, in assoluto i miei preferiti.

Adoro l’est della Route 66 ed arrivare al Midpoint significava esserseli messi alle spalle, cominciare a riviverli attraverso i ricordi.

Questa volta li avevo davanti a me, ancora tutti da vivere.

Ma anche quello che avevo appena vissuto era stato stupendo, cosa potevo aspettarmi di più?

Le mie convinzioni ed i miei gusti personali stavano vacillando.

Passata Vega, la destinazione è stata il Cadillac Ranch, un classico di questa parte della Route 66.

E poi infine Amarillo, dove ci sarebbe stata un’altra “prima volta”.

Ho sempre sottovalutato Amarillo, dedicando tempo solo al Cadillac Ranch, al Big Texan e ad un passaggio veloce lungo la 6th Ave, il nome che la vecchia Highway assume quando attraversa la cittadina texana.

Ma li sulla 6th c’è Bob “Crocodile” Lile, un artista, un texano verace, che ogni volta che postavo foto su Facebook, ed ormai lo faccio da diversi anni, non perdeva occasione per sottolineare che da lui non ero mai passato.

Era quindi giunto il momento per rimediare.

“Don’t mess with Texas” recita un famoso detto, che possiamo estendere anche ai suoi abitanti.

Scherzi a parte, Bob è una persona piacevolissima.

Ha seguito il mio viaggio verso est su Facebook e quindi si aspettava che, questa volta, passassi da lui.

Accompagnato dal suo inseparabile cane Lady, mi ha mostrato tutte le sue realizzazioni.

Bob, tra le altre cose, realizza gioielli utilizzando pezzi di vernice staccati dalle macchine del Cadillac Ranch; oggetti davvero molto belli.

Bob inoltre è prodigo di consigli su dove dormire e dove mangiare ad Amarillo.

Dopo i saluti ho proseguito la mia passeggiata sulla 6th prima di dirigermi verso il Big Texan dove avevo prenotato la mia stanza per la notte.

La metà strada era quindi superata, stavo lentamente lasciando il desertico west per dirigermi verso l’est verde e rigoglioso.

Le emozioni che la parte ovest della Route 66 mi ha regalato questa volta sono state enormi.

Viaggiare ed essere atteso, essere riconosciuto per le foto che da anni posto nei gruppi americani della Route 66, incontrare amici che mi ringraziavano del piccolo aiuto che avevo fornito nell’organizzazione del loro viaggio, è stato davvero emozionate.

La Route 66 non è solo una splendida strada densa di storia e di cimeli, ma una comunità di persone che si conoscono e che ti accolgono tra di loro con entusiasmo.

Mi hanno ringraziato per quello che faccio per pubblicizzare la Route 66, una strada che vive di questo, una strada annullata, cancellata, dimenticata da tutti.

Una strada superata e che, per coloro che vivono un progresso senza cuore, è abitata da gente che “va a tre cilindri”.

Una strada, invece, che è uno straordinario “stargate” che ci conduce in un mondo bellissimo, un mondo nel quale non ti senti mai da solo e nel quale trovi sempre un sorriso pronto a trasformare una giornata ordinaria in uno splendido momento che non dimenticherai più.


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