Tratto | Barstow – Kingman |
Data | 15/08/2018 |
Hotel | El Trovatore Motel |
Costo | 81,60$ |
Km Percorsi | 433 |
E’ già tempo del “deserto terribile e luminoso”, come lo definiva Steinbeck nel suo “Furore”.
Pur amando follemente l’est della Route 66, quello del deserto del Mojave è un tratto che ho sempre aspettato con emozione per tutto il viaggio; stavolta arrivava all’inizio.
Il Roy’s, il Bagdad Cafè, la striscia di asfalto che non riesci a vedere dove vada a finire, sono tutti tasselli che messi insieme rendono questo pezzo di Route 66 terribilmente emozionante.
E’ un tratto carico di storia, un tratto temuto ai tempi della Grande Depressione e del Dust Bowl.
Ogni tanto nel viaggio verso il Roy’s si incontrano piccoli cumuli di macerie, evidenti segnali che un tempo in quei luoghi estremi c’era vita, piccoli agglomerati di case dei quali oggi resta solo un nome.
Klondike, Bagdad, Siberia, nomi improbabili, quanto la possibilità stessa di viverci.
Al Roy’s ci aspettavano i nostri amici di Roma con i quali abbiamo percorso un tratto di Route 66 fino a Williams.
Il Roy’s.
Adoro questo posto, adoro la sua iconica insegna, il suo aspetto così sinistro, seppur negli anni un po’ “annacquato” da tentativi di renderlo più “friendly”, includendo la vendita di gadgets all’interno del Cafè.
Ma è comunque un posto che amo terribilmente.
Il tratto desertico dopo Chambless è interrotto fin dalla primavera del 2017 a causa di un flash flood che ha distrutto alcuni vecchi ponti, quindi all’altezza dei Guardian Lions sono stato costretto a prendere la Kelbaker Rd. verso la I40 e da li uscire a Fenner.
E’ un tratto tormentato quello del deserto del Mojave.
Delle 4 volte che ho percorso la Route 66 sono riuscito ad attraversarlo solo 2.
Per fortuna, comunque, la Goffs Rd, il tratto tra Fenner e la US 95, colpito anch’esso quest’anno da un flash flood, era stato da poco riaperto.
E poi una Oatman deserta, popolata solo dai suoi immancabili muli, dopo la quale, più o meno a metà della Bloody 66, sono riuscito finalmente ad individuare la “Shaffer Spring Bowl”, una vecchia sorgente d’acqua carica di storie di pionieri dell’automobile.
Avevo dei riferimenti gps sbagliati e trovarla, venendo da ovest, non è stato semplice poiché la piccola sorgente è nascosta dietro ad una curva.
La splendida giornata si è conclusa con un piacevole incontro con due ragazzi del mio gruppo Facebook, anche loro in viaggio per un tratto di Route 66 verso est, e con un’ottima cena al Rutherford Family Diner, di gran lunga migliore del più famoso Mr. D’z.
Il deserto era alle spalle, di solito le altre volte ero ormai quasi alla fine di un meraviglioso viaggio, stavolta ne ero all’inizio.























































