Route 66. Angel Delgadillo

Pubblicato: dicembre 26, 2016 in Route 66

Angel copy

La US Highway 66 è probabilmente la strada più famosa del mondo.

Un “lungo sentiero d’asfalto” che attraversa quasi per intero gli Stati Uniti d’America e che di questo paese racconta un pezzo importante di storia.

Atti di straordinaria umanità da parte di gente comune hanno trasformato questa highway in una strada leggendaria che ancora oggi fa sognare migliaia di viaggiatori.

Ad una di queste persone dobbiamo la possibilità di continuare a vivere questo sogno, il suo nome è Angel Valadez Delgadillo.

Angel, un barbiere di Seligman, una piccola comunità nella Yavapai County, con la sua ostinazione ha salvato la sua città da un ineluttabile destino ed ha contribuito a creare il mito della Main Street of America.

Nato a Seligman nel 1927, un anno dopo la costituzione della US 66, Angel è il terzultimo di 9 figli di una famiglia messicana emigrata negli USA agli inizi del 1900.

Il padre, un dipendente delle ferrovie, lasciò il suo lavoro per aprire una barberia ed una sala biliardo, attività successivamente seguite anche da Angel.

Durante la grande depressione la famiglia Delgadillo, per sopravvivere agli stenti, era pronta ad unirsi ai tanti “Dust Bowlers” che solcavano la Main Street of America in direzione ovest, ma, grazie all’assunzione di due fratelli di Angel in una banda musicale, riuscì a restare nella amata Seligman.

La musica è stata, per un certo periodo, anche l’occupazione principale di Angel: suonava il sax nella Delgadillo Orchestra, l’orchestra di famiglia che si esibiva lungo la Route 66.

Lasciata la musica, Angel aprì una barberia e mise su famiglia convolando a nozze con Vilma.

La vita scorreva felice in quell’angolo di Arizona, le attività erano floride grazie al passaggio dei viaggiatori della US Highway 66.

9000 veicoli al giorno in media attraversavano la piccola Seligman, un traffico intenso che rappresentava un’inesauribile fonte di ricchezza per la comunità.

Ma qualcosa si inceppò alle 14.30 del 22 Settembre del 1978.

Una data che Angel non ha mai dimenticato, il giorno in cui Seligman iniziò una lunga e straziante agonia che l’avrebbe condotta alla morte.

Il 22 Settembre del 1978 è il giorno in cui, in quell’area, fu aperta al traffico la nuova Interstate 40, una strada moderna, veloce che permetteva agli automobilisti di accorciare i tempi di viaggio, bypassando intere comunità, togliendo loro l’ossigeno, condannandole ad una morte certa.
Quel pezzo di interstate tagliava fuori il tratto di Route 66 tra Kingman e Seligman.

Il concetto stesso di viaggio era cambiato per sempre: il bello non era più viaggiare, ma solo arrivare.

Non c’era più ragione per prolungare il viaggio passando da Seligman, per fermarsi a bere qualcosa o farsi la barba da Angel.

La piccola comunità di Seligman, nel giro di qualche ora, passò dalle 9000 automobili al giorno a zero.

Juan, il fratello di Angel, che fino alla sua scomparsa ha gestito il ristorante “Snowcup”, accanto alla barberia, si accorse, viaggiando verso Flagstaff, che sulla nuova interstate non c’erano indicazioni per Seligman.

Nessun cartello, nessuna segnalazione indicava ai viaggiatori che a poche miglia da quella freeway c’era la piccola comunità di Seligman.

Il mondo si era completamente dimenticato di loro.

Ma Angel non si diede per vinto.

Con tenacia cercò una soluzione, sfidando quel mostro che stava per annientare la sua città.

Si rese conto che era l’America dell’infanzia quella che la gente desiderava rivivere, l’America scomparsa, l’America che viaggiava lentamente e curava i rapporti umani.
La gente cercava l’America raccontata dalla US Highway 66.

Angel organizzò una riunione al Copper Cart a Seligman a cui presero parte imprenditori e gestori di locali nei tratti di Route 66 bypassati dalla nuova interstate.

Diede vita alla “Route 66 Association of Arizona”, la prima associazione di questo genere, della quale fu eletto presidente, con lo scopo di trattare e convincere lo stato dell’Arizona a riconoscere l’importanza storica di quel lungo sentiero d’asfalto.

Non fu una trattativa semplice e veloce, gli anni passavano e la disperazione cresceva.

Dopo quasi 10 anni difficilissimi, nel novembre del 1987, il sogno di Angel si compì, lo stato dell’Arizona riconobbe il tratto da Seligman a Kingman come strada dall’interesse storico.

Nacque la “Historic Route 66”.

Successivamente altre associazioni simili furono create negli altri 7 stati attraversati dalla Mother Road ed altri suoi tratti furono classificati come State Historic Route.

La Strada Madre, condannata a morte, era risorta a nuova vita.

Oggi Angel vive ancora a Seligman e nel suo negozio c’è sempre il locale barberia dove lui è solito, per chi lo desidera, tagliare i capelli o fare la barba, ed è diventato uno dei più forniti e conosciuti gift shops della Route 66, con articoli di ogni tipo riguardanti la Main Street of America.

Angel è stato intervistato, filmato, premiato, tv e giornali ne hanno raccontato la storia e nella metà degli anni 2000 ha collaborato con il personale della Pixar per la realizzazione del film di animazione  “Cars”.

Angel è stato anche testimonial di uno straordinario e toccante spot pubblicitario per la Chevrolet.

Ho avuto l’opportunità di incontrarlo nell’Agosto del 2016 e di chiacchierare un po’ con lui.

E’ arrivato in negozio in bici, come gli avevo visto fare in tantissimi video disponibili in rete.

Mi ha mostrato con orgoglio le sue foto di quando era giovane e suonava il sax nella Delgadillo Orchestra, raccontandomi con trasporto ed emozione il dolore e lo scoramento per essere stati dimenticati dal mondo con l’apertura della I40 e la difficoltà nel convincere coloro che avevano decretato la morte della sua città, a fare un passo indietro e farsi carico delle istanze da lui avanzate a nome del popolo della Route 66.

We, the people” è solito ripetere Angel.

Noi, gente comune abbiamo la possibilità di ottenere risultati insperati solo se lo vogliamo.

Ho ricordato a lui questa frase durante la nostra chiacchierata ed ho percepito la sua emozione nel sentirla pronunciare.

Ho incontrato ancora Angel nel Maggio del 2017 ed in questa occasione avevo portato con me due copie della pagina del mio fotolibro del 2016 che conteneva una serie di foto che ci ritraevano insieme; una copia l’ho lasciata a lui e l’altra, autografata da Angel, l’ho riportata a casa con me.

Quella foto è affissa su una porta all’interno del locale ed è stata oggetto di un divertente siparietto che ha anticipato il mio terzo incontro con Angel ad Agosto del 2018.

Arrivato in negozio chiesi notizie di Angel ed una delle persone dello staff mi suggerì di tornare nel pomeriggio anche se non era sicura della sua presenza.

Mentre conversavo con lei un’altra ragazza dello staff cercava di richiamare la mia attenzione invitandomi ad andare dietro al bancone.

Una volta raggiunta mi ha indicato la foto che lasciai ad Angel l’anno prima e mi disse: “Tutti i giorni ogni volta che apro quella porta vedo la tua faccia. Ti ho riconosciuto dalla foto.”
Siamo scoppiati a ridere e mi ha chiamato Angel al telefono.

In questa occasione ho anche girato un piccolo video nel quale Angel saluta i viaggiatori italiani.

Incontrarlo, da appassionato della Route 66, è sempre una grande emozione.

Angel Delgadillo, “The Guardian Angel of Route 66”, una vera e propria leggenda vivente, il simbolo della resistenza e della rinascita di quel lungo sentiero di asfalto che attraversa gli Stati Uniti d’America.

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commenti
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