Route 66 — “Da Gallup a Flagstaff”
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18 Settembre 2014
- Jack Rabbit Trading Post, Joseph City (Arizona)
- Meteor City Trading Post, Meteor city (Arizona)
- Petrified Forest (Arizona)
- Petrified Forest (Arizona)
- Petrified Forest (Arizona)
- Twin Arrows Trading Post, Twin Arrows (Arizona)
- Wig Wam Motel, Holbrook (Arizona)
- Wig Wam Motel, Holbrook (Arizona)
- Winslow (Arizona)
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⇐ Gallup – Canyon de Chelly
Il Viaggio.
Il tratto da Gallup a Flagstaff in parte lo conoscevo già; l’ho percorso qualche anno fa ed ha contribuito a far salire la mia “febbre” della Route 66.
Con il senno di poi, considerati i tratti stupendi che avevo appena percorso durante questo viaggio, e gli altri che avrei fatto nei giorni successivi, devo dire che questo da Gallup a Flagstaff non è gran che.
Per gran parte la Mother Road è sostituita dalla I40, ad eccezione di un bel pezzo sterrato ed altre piccole deviazioni.
Uscendo da Gallup si saluta il New Mexico e si entra in un territorio che conosco abbastanza bene: l’Arizona.
L’aver già attraversato questo stato negli anni passati ed il conoscere un po’ questo pezzo di Route 66, mi faceva sentire a casa.
A Lupton, poco dopo il confine di stato, la terra rossa incorniciava i negozi degli indiani Navajo.
Il sole ed il caldo erano il segno che il fresco ed accogliente est erano ormai lontani.
Uno dei pochi tratti originali di questa zona ha inizio all’altezza di Houck; qui per un po’ si abbandona la “odiata” I40 per immergersi nella natura selvaggia tagliata a metà dalla Old Route 66.
Lungo la strada si incontra anche un bel ponte che sembra sorreggere a fatica il peso degli anni.
Subito dopo aver mangiato un po’ della gloriosa polvere della Strada Madre, si incontra l’unico parco nazionale di tutta la Route 66: il Petrified Forest National Park.
Nella stessa area è visitabile anche il tratto finale del Painted Desert (che si estende fin dal Grand Canyon).
Un tempo la Mother Road tagliava a metà questa zona; sono ancora visibili i pali del telegrafo ad incorniciarne il percorso.
Il paesaggio è straordinario; strati di roccia e di terra di infiniti colori e sfumature si perdono a vista d’occhio.
Nel Petrified Forest National Park a dominare la scena sono i resti fossili dei tronchi pietrificati nei millenni.
Ho trascorso piacevolmente un paio d’ore all’interno del parco.
Fino a Flagstaff, la Route 66 di fatto non esiste: si percorre quasi sempre la I40.
Ad Holbrook il WigWam Motel con le sue camere a forma di teepee e le stupende auto d’epoca tutte intorno, sono state una scarica di adrenalina anche per la mia macchina fotografica, annoiata dal percorso che la intestate l’ha obbligata a fare.
Più avanti, il Jackrabbit Trading Post, dopo Joseph City, con il suo famoso “Here it is”, sono state una ulteriore scossa, un “hey, io ci sono!” gridato dalla Mother Road.
Altra tappa “canonica” del viaggio è stata Winslow, una cittadina citata dagli Eagles nella loro “Take it easy”.
“Well, I’m a standin’ on a corner
In Winslow, Arizona
Such a fine sight to see
It’s a girl my Lord
in a flat-bed Ford
Slowin’ down to take a look at me”
Ed in un angolo, così come recita la canzone, il “flatbed Ford” fa bella mostra di se.
Alcuni bei negozi di souvenir, intorno ad un enorme scudetto della Mother Road posto all’incrocio di fronte a quell’angolo, invitano il turista a spendere qualche dollaro.
A Meteor City, ero certo di trovare “la mappa più grande del mondo della route 66” con il trading post ed il dreamcatcher davanti.
Lo avevo già visto in uno dei miei precedenti viaggi sulla parte ovest della Route 66.
Ma una volta arrivato ho trovato solo i resti della mappa e del trading post.
I proprietari lo hanno abbandonato da tempo per difficoltà economiche e il maltempo ed i vandali lo hanno ridotto a un cumulo di macerie.
Ho provato tristezza nel vedere lo stato in cui versava il posto e la mappa in particolare, era come aver subito un danno in prima persona, ed in certo senso è stato così, poiché sono stato privato della vista di un pezzo di storia della Route 66.
Una pagina strappata dal bellissimo libro dei ricordi della Strada Madre.
In questa zona c’è anche il Meteor Crater, un’enorme conca nel terreno di circa 1000 metri di diametro, provocata dalla caduta di un meteorite più o meno 50.000 anni fa.
Anche questo era stato oggetto di una mia precedente visita ma non avendomi particolarmente colpito, questa volta ho preferito non fermarmi.
Non c’è molto di Route 66 in questa zona, se non qualche ponte su tratti di strada chiusi e vecchi trading post abbandonati.
Ma meritano sempre una fermata per qualche scatto.
Merita una fermata il Twin Arrows Trading Post, con le sue frecce gemelle che si stagliano verso le nubi.
C’era un po’ di gente oltre me, gente incontrata spesso durante il viaggio.
Ci si sorrideva, ci si scambiavano impressioni e ci si augurava buon viaggio.
Europei, americani, giapponesi, tutti qui per un unico scopo: far parte del mito.
Nei pressi di Winona, un altro ponte, costruito negli anni ’20 del secolo scorso, regala uno scorcio di storia.
Attraversata Winona, si entra a Flagstaff, una cittadina di montagna, centro sciistico della zona ed una delle tappe più frequentate per coloro che si dirigono verso il Grand Canyon.
Ero in prossimità del weekend ed ho avuto qualche problema a trovare da dormire, ma dopo 3 tentativi ho trovato una stanza al Motel 6.
Hotel: Motel 6
Località: Flagstaff
Notti: 2
Costo totale: 134,74 $ (67,27 $ a notte)
Voto: 6/10
Km/Giorno: 418
Km Totali: 5.098
Posti visitati:
– Petrified Forest Holbrook
– Wigwam Motel Holbrook
– Geronimo Trading Post Joseph City
– Jack Rabbit Trading Post Joseph City
– Meteor City Trading Post Meteor City
– Twin Arrows Trading Post Flagstaff
Paesi attraversati:
– Gallup (New Mexico)
– Holbrook (Arizona)
– Petrified Forest (Arizona)
– Joseph City (Arizona)
– Winslow (Arizona)
– Winona (Arizona)
– Flagstaff (Arizona)