Route 66. Viaggiare nel tempo. Qualche consiglio “tecnico” su come viaggiare lungo la Route 66.

Pubblicato: marzo 11, 2018 in Route 66

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La strada

Il senso di libertà è solo uno degli aspetti di un viaggio lungo la Route 66.

Gli spazi aperti, la strada che sparisce all’orizzonte, il deserto, il ritrovarsi con se stessi, sono senz’altro componenti importanti per un viaggio come questo, ma la Strada sa offrire molto di più.

E per lasciarsi coinvolgere dal suo fascino ci sono dei piccoli accorgimenti tecnici che vale la pena tenere nella dovuta considerazione.

Uno di questi è la necessità di seguire il percorso della Mother Road, viaggiare per davvero lungo la US Highway 66.

La Strada più bella del mondo è ancora oggi percorribile per circa l’85% del suo tracciato originale, il rimanente 15% è, purtroppo, interstate.

E quell’85% vale la pena percorrerlo per vivere fino in fondo il nostro sogno e per non lasciare che i nostri ricordi siano inquinati da asfalto ed ambienti che non meritano la nostra attenzione.

Si può seguire la Route 66 prestando attenzione ai cartelli che si incontrano lungo la strada, ma spesso questi sono piazzati in prossimità degli incroci o addirittura nel tratto ad essi immediatamente successivo.

La cartellonistica è molto frequente ed affidabile in Illinois e Missouri (dove peraltro il percorso della Mother Road è piuttosto frammentato), lungo i 20 Km in Kansas non ci si può perdere, ma man mano che si prosegue verso ovest, nonostante il percorso diventi più semplice per la minore concentrazione di centri abitati, i cartelli, blu o marroni, che indicano la direzione da seguire per percorrere la Route 66 sono meno presenti.

E comunque, lasciare tutto al caso, all’intuito o scegliere di perdersi perché “fa fico” perdersi negli USA (dove in verità non ci si perde mai sul serio), è, secondo me, un peccato.

Perdere il percorso della Route 66 può significare saltare icone della Strada Madre che sarebbe stato bello incrociare o perdersi l’incontro con persone stupende che avrebbero sicuramente lasciato ricordi indelebili.

È molto meglio viaggiare organizzati.

Si può scegliere di utilizzare il gps, facendo anche uso delle mappe riportate in questo sito, o, per un viaggio che sia romantico come lo era ai tempi d’oro della Mother Road, utilizzare una mappa cartacea, come la “EZ 66 for travelers” di Jerry McClanahan.

Procurarsela è abbastanza semplice, attraverso i siti tradizionali di e-commerce, o, una volta negli USA, al primo gift shop che si incontra fuori Chicago.

E’ uno strumento indispensabile e molto popolare lungo la Mother Road.

E’ inutile utilizzare il gps impostando la destinazione di giornata, il navigatore non è romantico come noi appassionati della Route 66 e sceglierebbe di sicuro l’interstate più vicina.

La velocità
La Route 66, anche se ufficialmente non esiste più, è in gran parte composta da spezzoni di strada ancora percorribili ed è quindi sottoposta alle regole del codice della strada americano.

Esistono dei limiti di velocità lungo la strada che variano, più o meno, dalle 40 (anche meno nei centri abitati) alle 55 miglia orarie.

Non è tanto, ma è quanto serve per viaggiare godendosi il paesaggio; in fondo è uno dei motivi per i quali si sceglie di percorrerla.

I tratti storici
Durante il viaggio, per ragioni di tempo, bisognerà operare delle scelte sul percorso da seguire.

La Route 66 oggi è l’insieme di tutte le strade che, in periodi diversi, hanno fatto parte della vecchia highway.

Non è infrequente quindi imbattersi in cartelli che indicano, ad esempio, una svolta verso un tratto “PRE 1940”, ovvero una deviazione verso una strada che fino all’anno indicato nel cartello è stata parte della US Highway 66.

La bellissima Auburn Brick Road in Illinois o la Ribbon Road in Oklahoma sono degli esempi di strade che per un certo periodo, poco dopo la nascita della Mother Road, ne hanno fatto parte per poi essere sostituite da tratti più sicuri e confortevoli.

Sono a volte tratti molto belli, da preferire a quelli che hanno accompagnato il percorso della vecchia highway nel passato più recente, fino alla sua dismissione.

Sono tratti sterrati, in mattoni, in cemento ed anche in asfalto, sono tratti storici che in un viaggio lungo la Mother Road non si possono perdere.

Altre volte, invece, sono solo delle brevi deviazioni dalla strada che si sta percorrendo.

Avere una cartina specifica della Route 66 aiuta a conoscere prima le deviazioni, i tratti storici che vale la pena vedere, permettendo di valutare se preferirli o meno al tratto di strada che si sta percorrendo.

Avere con se una cartina permette inoltre di conoscere i posti nei quali trovare i principali punti di interesse, quelli riportati in questo sito, ma anche altri che nel frattempo sono nati o che ancora non ho avuto modo di inserire.

E’ bello viaggiare insieme alla Route 66, la nostra speciale compagna di viaggio, la ragione per la quale siamo li.

Vale la pena non perderne neanche un metro.

Quanti giorni

Pensare di vedere tutto della Route 66 in un unico viaggio, indipendentemente dai giorni che le si intendono dedicare, è velleitario.

E’ una strada lunga quasi 4000Km, attraversa 8 stati ed una miriade di piccole icone che hanno contribuito a scrivere quel bellissimo libro di storia della US Highway 66.

Più sono i giorni a disposizione per viaggiare e più cose si possono vedere con la dovuta tranquillità, questo è scontato.

Tuttavia, per vedere i posti più popolari della Route 66, i suoi “monumenti” più famosi, una quindicina di giorni possono bastare.

15 giorni di solo viaggio quindi, esclusi quelli che si intendono dedicare a Chicago ed a Los Angeles, l’inizio e la fine della Mother Road.

Se si ha intenzione di visitare anche le città che la Strada attraversa (St. Louis, Santa Fe, ecc.) allora occorrerà calcolare qualche giorno in più per ciascuna.

È inoltre opportuno definire delle tappe che non superino i 350/400 Km al giorno, in modo da evitare di correre  penalizzando le soste nei luoghi dove ci sono dei cimeli da vedere.

Una pianificazione delle tappe, quindi, può risultare molto utile.

Il clima

Parlare del clima in un viaggio così lungo, che abbraccia una enorme porzione degli Stati Uniti è una questione molto complicata.

Si viaggia per 4000Km da est ad ovest e le variazioni climatiche sono significative ed a volte imprevedibili.

Alcune zone possono essere oggetto di fenomeni meteorologici molto violenti e pericolosi, come i tornado, nella “Tornado Alley” (Missouri, Oklahoma, Kansas e parte del Texas), che da marzo a, più o meno, alla metà di maggio, possono essere più frequenti che in altri periodi dell’anno, o come i monsoni nei mesi estivi (agosto e settembre), in Arizona e California con possibili brevi ma violenti fenomeni piovosi.

Non è detto che questi eventi si verifichino, ma è statisticamente probabile.
In generale, comunque, ad est il clima è solitamente più fresco che ad ovest dove, in Arizona e soprattutto nel tratto desertico in California, le temperature sono spesso molto elevate (45 gradi o anche più in agosto).

In un percorso westbound (da Chicago a Santa Monica), nel periodo estivo, si parte con temperature piuttosto fresche e si finisce con temperature decisamente più alte.

Il periodo

Tendenzialmente, per un viaggio lungo la Route 66, sono da evitare i mesi invernali.

Sono da evitare perché le giornate sono corte, diversi locali storici sono chiusi ed il clima non è certo dei migliori.

Si può incontrare neve lungo la strada, e guidare in queste condizioni non è mai confortevole e sicuro, e lo è ancora meno se si viaggia su una strada che, in alcuni suoi tratti, è piuttosto isolata.

Da fine ottobre, inoltre, molti locali caratteristici della Route 66 chiudono per il periodo invernale, poiché il traffico dei turisti è praticamente inesistente.

Viaggiare trovando questi locali chiusi è un peccato, perché molti di loro sono la storia della Mother Road.

Le giornate corte costringono inoltre ad accorciare le tappe aumentando i giorni di viaggio.

Ma, come detto, è la componente climatica che penalizza pesantemente il viaggio in inverno.

Il periodo migliore, quindi, è dalla primavera all’autunno, da maggio ad ottobre.

Aprile e la prima metà di maggio sono ancora a rischio tornado nella Tornado Alley, anche se una delle mie 3 volte l’ho percorsa proprio la prima metà di Maggio senza incontrare problemi climatici di nessun genere.

Ma il rischio comunque c’è.

Il mese più “gettonato” dagli italiani è ovviamente Agosto ed anch’esso non è esente da problemi (è il periodo dei monsoni in Arizona e parte della California).

Ma comunque è un mese piuttosto tranquillo per viaggiare lungo la Route 66.

Fare Benzina

Far benzina è uno dei riti che ci accompagnerà durante tutto il viaggio.

La strada, la nostra Route 66, attraversa un’infinità di piccole comunità che dispongono naturalmente di moderne stazioni di servizio self service, pronte ad accettare sia contanti che carte di credito.

Si paga prima, alla pompa con la carta di credito o anche in contanti all’interno del locale, e poi si fa rifornimento, e, se si è pagato di più della capienza del serbatoio, il gestore sarà pronto a restituire la differenza.

Ci sono tante stazioni di servizio storiche lungo la Route 66, ma sono, appunto, storia e quindi non più in attività.

Sono dei cimeli, sono i monumenti della Route 66.

Alcune di queste stazioni di servizio storiche sono tuttavia ancora in servizio, come ad esempio il Roy’s Cafè di Amboy in California o la Truxton Gas Station a Truxton in Arizona, ma non è la normalità.

Per far benzina ci si deve avvalere, come detto, delle moderne stazioni di servizio.

Ad ovest il prezzo al gallone è generalmente più alto che ad est, a volte anche più del doppio, soprattutto in California in prossimità del tratto desertico.

Ecco, in questo caso, se non si vuole spendere una fortuna al Roy’s, una volta a Needles (se si arriva da est) o a Barstow (nel caso contrario) fare il pieno non è una cattiva idea.

Vale comunque la pena fare il pieno, perché si percorreranno parecchie miglia in un tratto di strada lungo il quale ci sarà solo il Roy’s, ed in mezzo il deserto.

La benzina non è comunque una voce di spesa rilevante, poiché il costo è enormemente più basso che da noi.

Nel mio terzo viaggio lungo la Route 66 per oltre 5000 Km, con una Jeep Compass, ho speso 300 dollari di benzina.

Dormire

Un viaggio lungo la Route 66 è un viaggio nel tempo.

Un tempo ormai lontano che noi viaggiatori europei possiamo solo immaginare leggendo libri o guardando le splendide foto in bianco e nero che popolano il web.

Avvicinando lo sguardo a quelle bellissime foto d’epoca possiamo sbirciare al di la di una finestra immaginaria, dove luci e colori illuminano quel lungo sentiero di asfalto e di cemento.

Luci al neon di suggestivi motels, quegli stessi che in buona parte ancora oggi richiamano schiere di viaggiatori promettendo loro di vivere un sogno.

I motels sono pezzi importanti della storia della Mother Road, sono un tramite, una “sliding door” attraverso cui si entra in un tempo lontano dal nostro.

Prenotarli con anticipo rispetto alla partenza è necessario, non sono molto grandi e si riempiono velocemente di sognatori che, come noi, sono alla ricerca di emozioni.

Alcuni possono essere prenotati tramite Booking, altri attraverso siti web propri, altri ancora tramite e-mail.

Non c’è lusso, il wifi può non funzionare alla perfezione, ma non è questo che si cerca quando si intraprende un viaggio nel tempo.

Una vecchia foto appesa al muro, una radio degli anni 50, l’essenzialità e la cura tipica degli anni d’oro della Mother Road, ci daranno il benvenuto in una dimensione diversa alla quale non siamo abituati ma della quale faticheremo a farne a meno.

commenti
  1. Federico Belloni ha detto:

    Uno dei miei sogni, ovviamente la voglio fare in moto!!! Grazie per le dritte!!!

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    • Franco Zefferi ha detto:

      Prego! Se sei motociclista è giusto farla in moto, non è tuttavia una condizione necessaria.

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      • Federico Belloni ha detto:

        Si si, certo, anche in macchina è sicuramente stupenda…

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      • Franco Zefferi ha detto:

        E’ la strada che affascina, le cose che vedi e le persone che incontri.
        Soprattutto la gente rende questo viaggio qualcosa di diverso dagli altri on the road.
        Ho incontrato due volte Angel Delgadillo, l’ultima leggenda vivente della Route 66, colui che ha creato la “Historic Route 66”.
        Passare del tempo con lui, sentirgli raccontare la storia di quella strada è stato emozionante e lo sarebbe stato anche se a Seligman ci fossi arrivato in moto, in macchina o a piedi.
        Il mezzo di trasporto è solo un tramite, il resto ce lo mette la Route 66.

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